Sgarbi mattatore all’Altomonte Festival
Si è tenuta ieri sera la serata di debutto del Festival Euromediterraneo Altomonte 2016, la nota manifestazione culturale calabrese a respiro nazionale, giunta alla sua XXIX edizione. Presso gli spalti del teatro ‘C. Bellusciò di Altomonte, un bagno di folla ha accolto Vittorio Sgarbi, il noto critico d’arte, ospite di apertura del Festival in scena ne “La particella di Dio. Il bosone di Sgarbi”.
Un titolo pittoresco quello portato in scena da Sgarbi, nato da un’idea di Maurizio Orrico e Antonio Blandi – direttore artistico Festival Euromediterraneo 2016 i quali affidano al critico il compito di dipanarsi nei meandri di una teoria fisica che altro non vuol fare se non raccontare il patrimonio artistico-culturale di Altomonte e della Calabria, attraversando il tempo e i territori.
Un’ora di intrattenimento in cui il pubblico è stato sedotto dall’oratoria istrionica di Vittorio il quale si scaglia prepotentemente contro tutte quelle amministrazioni che hanno fatto del progresso un baluardo e in cui vi è un avanzamento del moderno, a discapito dell’identità urbana. “Il ‘900, dal futurismo in poi, ha voluto annullare il passato, il romanticismo, la poeticità di un chiaro di luna per affidarci ai fasti di un progresso inarrestabile e regolato dai ritmi frenetici.” Il progresso è nocivo nel momento in cui altera l’identità urbana di un territorio, sconvolgendo ciò che la natura ha creato o che l’uomo nei secoli ha costruito. “Il patrimonio culturale di un territorio può essere preservato solo se si ha coscienza dei luoghi, in nome di una povertà che difende il territorio dagli sfaceli a cui troppo spesso è soggetto, per colpa dell’imbecillità di alcuni amministratori. Costantino Belluscio, nominato per la prima volta sindaco di Altomonte nel 1975, fu il primo ad avere l’intuizione che Altomonte doveva vivere di bellezza e su quella bellezza ha fatto la propria rivoluzione. Ebbe l’intuzione di capire che in quel territorio non bisognava costruire cose nuove, ma costruire ciò che era stato tramandato. La rivoluzione di Altomonte viaggia parallelamente a quella di Matera. Il centro storico, che si erge sui famosi sassi della città della Basilicata, fu spopolato dall’allora sindaco che fece trasferire i suoi abitanti in abitazioni più confortevoli. Oggi quel luogo ameno ha avuto la sua rivincita, che lo ha portato a divenire capitale europea della cultura. Il progresso è giusto finché non entra in conflitto con i luoghi, e il mito di tale frenesia del moderno è stato portato avanti fino agli anni ’80. Contrapporre la vittoria dell’automobile, simbolo del manifesto futurista, alla vittoria di Samotracia quello è la chiave di una sbornia del progresso, che evidentemente un astemio come Belluscio non patì, perché lui intuì molto presto che bisognava preservare Altomonte così com’era. L’Italia è stata sconvolta nelle sue periferie dalle aree industriali nell’idea che potessero portare sviluppo, benessere e progresso ma che invece è ciò che ha portato all’Ilva di Taranto, allo stabilimento di Priolo in Sicilia e così via.”
Prosegue Vittorio, sul palco di Altomonte, in un flusso di parole inarrestabili per ampliare quel titolo da cui è partito e che teorizza il suo concetto. “L’arte è espressione di Dio. L’uomo è dedito all’arte per ampliare l’opera divina. Dio si è fatto uomo, e si reincarna nell’uomo ogni volta che l’artista crea la sua opera e ciò è visibile da quello che si è compiuto in tremila anni. L’uomo è quel bosone, quel prolungamento della particella di Dio, che si manifesta in ogni espressione artistica. Dal Bernini al Caravaggio, al Michelangelo. Se vi soffermate a notare i dettagli, sembra quasi che le opere siano reali. E’ lì che Dio parla all’uomo.”
Sgarbi conclude poi con un excursus artistico delle opere capitali all’interno del museo civico e della Chiesa di Santa Maria della Consolazione di Altomonte. “Altomonte, centro urbano tra i più affascinanti della Calabria, ai tempi della corte Angioina deve gran parte della sua fortuna e riconoscenza a Filippo Sangineto, feudatario del regno angioino, uomo rilevante nella vita politica e sociale del tempo il quale ha contribuito a confutare l’immagine di una terra di confine ed emarginata. Altomonte in quel periodo è in collegamento con la corte francese, con la corte dei Medici, è in collegamento con un mondo di cui essa è parte integrante e non satellite.”
E grazie a Filippo Sangineto se oggi Altomonte può vantare opere che potrebbero essere esposte agli uffizi, dall’ opera di Simone Martini, il “San Laudario” alle due tavole con i quattro santi di Bernardo Daddi, testimonianza più antica negli orientamenti filo-giotteschi della corte angioina registrati in Calabria, raffiguranti Sant’Agostino e San Giacomo, San Giovanni Battista e Santa Maria Maddalena, opera commissionata da Filippo Sangineto intorno al 1328. E ancora, le tavole dell’Altarolo con scene della Passione di Cristo, del maestro Antonio e Onofrio Penna, commissionata dalla principessa Covella Ruffo Sanseverino, intorno al secondo decennio del XV secolo. La tavola della “Madonna delle pere” proveniente dalla Chiesa di Santa Maria della Consolazione, raffigurante la Madonna seduta in trono che regge sulle ginocchia un cuscino dove siede il Bambino che legge un libro – l’opera attribuita al calabrese Paolo di Ciacio da Mileto (VV), apprendista nella bottega del famoso Antonello da Messina e documentata intorno al 1456-1457.
Il festivale Euromediterraneo Altomonte, ormai consolidatosi da anni con un parterre di personaggi e performer di livello nazionale e locale, si propone quest’anno di valorizzare le eccellenze del territorio ed il patrimonio artistico, culturale e turistico calabrese offrendo una qualità che si dipana tra diverse categorie: dal teatro alla musica, dalla letteratura all’arte visiva fino alla danza. “Terra di Mezzo” è il tema 2016, scelto proprio per fare un viaggio tra immaginazione e realtà, punto di incontro e di confronto tra culture, arti, tradizione e popoli.
Luogo non solo di incontri di musica, teatro, danza, arti visive, enogastronomia, ma anche di confronti con personaggi dello spettacolo, scrittori, giornalisti e blogger di rilevanza nazionale.
Con eventi tematici come: la Notte Bianca; la Festa della Terra, in collaborazione con Slow Food Calabria; La Festa dell’energia; la Festa del turismo accessibile e responsabile e dello sport per tutti, in collaborazione con l’Associazione italiana turismo responsabile e con il Comitato Paraolimpico calabrese;
la Giornata dell’incontro con le comunità Arbereshe;
il divino Jazz e la sua summer school; il premio Altomonte che quest’anno diventa un riconoscimento di caratura Nazionale.
Nel cartellone, più di trenta giornate di attività distribuite da luglio a ottobre con incontri, spettacoli, concerti, con ospiti ed eventi di livello nazionale tra i quali Flavio Insinna il 5 Agosto, Masha e Orso il 9 agosto, Rocco Hunt 11 agosto, Patty Pravo il 14 agosto eNino Frassica il 19 Agosto.