Radicali nel carcere di Rossano. Quintieri: il personale va subito aumentato
Una delegazione guidata da Emilio Enzo Quintieri, già membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani, ha effettuato una visita ispettiva alla Casa di Reclusione di Rossano, grazie all’autorizzazione concessa dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia.
Insieme a Quintieri anche Valentina Anna Moretti ed Ercole Blasi Nevone. Data l’assenza del Direttore Giuseppe Carrà e del Comandante di Reparto, Elisabetta Ciambriello, i Radicali sono stati ricevuti ed accompagnati da Damiano Cadicamo, sottufficiale della Polizia Penitenziaria, nella circostanza addetto al coordinamento della Sorveglianza Generale dell’Istituto.
La delegazione, che ha visitato tutti i Padiglioni detentivi di Alta e Media Sicurezza e il Reparto di Isolamento, accertando che nella struttura erano presenti 216 detenuti (157 italiani e 59 stranieri), a fronte di una capienza regolamentare di 215 posti, di cui 204 condannati definitivi e 12 giudicabili (7 imputati, 3 appellanti e 2 ricorrenti). 129 sono i ristretti appartenenti al Circuito dell’Alta Sicurezza (120 al Sottocircuito As3, criminalità organizzata e 9 al Sottocircuito As2, terrorismo internazionale di matrice islamica) e 75 quelli appartenenti alla Media Sicurezza. Tra questi 26 condannati all’ergastolo dei quali 23 appartengono all’Alta Sicurezza e quindi “ostativi” e 3 alla Media Sicurezza.
Per quanto riguarda le altre “posizioni” della popolazione detenuta, i Radicali, hanno riscontrato la presenza di 18 tossicodipendenti e di 4 “lavoranti” all’interno dell’Istituto. Nell’occasione un detenuto si trovava in permesso premio fuori dall’Istituto, beneficio accordatogli dal Magistrato di Sorveglianza di Cosenza Silvana Ferriero. Due, invece, provenienti da altri Istituti del Nord Italia, si trovano nel Reparto di Isolamento, poiché sottoposti al regime di sorveglianza particolare.
Con riferimento a quest’ultimi, entrambi stranieri, la Delegazione ha preso atto che, tra le altre cose, è stato loro proibito di vedere persino la televisione e quindi di tenersi informati, rimuovendo la tv dalle loro camere di pernottamento. Secondo i Radicali, esperti di questioni carcerarie, l’Ordinamento prevede che le restrizioni previste dal regime di sorveglianza particolare debbono essere “strettamente necessarie per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza”.
Per i Radicali, dunque, “non si comprende quali siano i motivi che giustifichino la rimozione dalle camere detentive del televisore - afferma il capodelegazione Quintieri - posto che tale apparecchio non può assolutamente ritenersi, nel caso specifico, funzionale al mantenimento dell’ordine e della sicurezza intramoenia per cui la sua rimozione è ingiustificata, inutilmente afflittiva ed illegittima non essendo ‘strettamente necessaria’ allo scopo previsto dalla legge. Con la rimozione del televisore – aggiunge - viene anche impedito ai detenuti di potersi avvalere dei mezzi di informazione, negandogli un diritto umano fondamentale costituzionalmente protetto dall’Art. 21 della Costituzione oltre che dall’Art. 18 comma 6 della Legge Penitenziaria”.
Per questi motivi, la delegazione, con una nota inviata anche all’Amministrazione Penitenziaria ed al Garante Nazionale dei Diritti dei Detenuti, ha sollecitato l’intervento “d’ufficio” del Magistrato di Sorveglianza di Cosenza (poiché i detenuti non hanno presentato alcun reclamo) per valutare la legittimità del decreto disposto dall’Amministrazione Penitenziaria ed in particolare modo della restrizione segnalata, adottando i provvedimenti conseguenti qualora condivida che la rimozione del televisore sia “contra legem”.
Nell’Istituto, da qualche mese, proprio grazie ai Radicali, opera un Mediatore Culturale dell’Associazione Alone Cosenza Onlus che si occupa gratuitamente dell’integrazione interculturale e linguistica dei detenuti stranieri. Infine, la delegazione ha lamentato la grave carenza del personale del Corpo di Polizia Penitenziaria nel Carcere di Rossano; nell’ambito della visita, infatti, erano presenti solo 11 unità fino alle 20 (2 delle quali in servizio dalle 8 del mattino ed uno richiamato nonostante fosse in congedo per fare il Preposto) e che, successivamente, si sarebbero ulteriormente ridotte a 8 unità (dalle 20 alle 24) e poi ancora, nel turno notturno, a 7 unità dalle 24 alle 8 del mattino seguente.
Il personale di Polizia Penitenziaria di Rossano, “la maggior parte del quale ha una età superiore ai 50 anni – hanno affermato i rappresentanti della delegazione -non può continuare a svolgere servizio in queste condizioni, anche perché la carenza di organico (mancherebbero oltre 30 unità), limiterà notevolmente la realizzazione delle molteplici attività trattamentali programmate dall’Istituto, con tutte le gravi conseguenze che ne deriveranno nella gestione e nel trattamento della popolazione ivi reclusa”. Pertanto i Radicali hanno sollecitato l’Amministrazione Penitenziaria, centrale e periferica, “a voler intervenire tempestivamente per potenziare l’organico del personale … presso la Casa di Reclusione di Rossano, ricorrendo anche ad eventuali distacchi da altri Istituti, al fine di eliminare disagi e stress per il personale operante e, contestualmente, al fine di consentire l’effettivo e concreto svolgimento di tutte le attività trattamentali programmate dall’Istituto”.
Dell’esito della visita ispettiva, con una dettagliata relazione, sono stati informati il Capo ed il Vice Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Santi Consolo e Massimo De Pascalis, il Provveditore Regionale della Calabria Salvatore Acerra, il Direttore della Casa di Reclusione di Rossano Giuseppe Carrà, il Magistrato di Sorveglianza di Cosenza Silvana Ferriero ed il Garante Nazionale per i Diritti dei Detenuti Mauro Palma.