Roseto, migliaia di persone alla festa di Slow Food
Ci si dovrebbe vergognare di far mangiare ai nostri bambini pizza, con wustel e patatine surgelate. Diciamo no all’insalata iceberg e alla glassa di aceto balsamico commerciale; sì alla melassa di fichi e alla portulaca che cresce spontaneamente e presenta tante proprietà nutritive. Il segreto è proporre ricette semplici con prodotti territoriali. Cucina italiana a rischio perdita identità, ripartire dalla Calabria per riappropriarsi del gusto e della qualità. Migliaia di visitatori su lungomare di Roseto per Slow Food e la ciliegia più bella d’Italia.
È la denuncia, l'appello e la provocazione dello chef Francesco Mazzei, ospite speciale della Condotta Slow Food Pollino Sibaritide Arberia e tra i protagonisti della riuscitissima festa del convivium, promosso con l’Amministrazione Comunale di Roseto Capo Spulico guidata dal Sindaco Rosanna Mazzia, lo scorso giovedì 18 agosto. Tra gli intervenuti al dibattito, Mazzei ha presentato anche il suo primo libro di ricette Mezzogiorno, Southern Italian Cooking che la Bbc ha definito la cucina della mamma con le mani dello chef e, al termine, ha preprato 3 piatti tra cui un filetto alle ciliegie di Roseto.
Al ristoratore spetta un compito importante, quello di presentare nei menu la tradizione ed i prodotti locali. Bisogna invertire la tendenza, difendere la biodiversità e la sovranità alimentare. Ci si chiede quale possa essere il futuro di questa regione se si utilizzo prodotti non locali. (Lenin Montesanto, Fiduciario della Condotta). Bisogna credere innanzitutto nella nostra identità, senza scimmiottare altri modelli, promuovendo produzioni e tradizioni. Pensare alla Calabria innanzitutto come destinazione. I prodotti devono essere consumati sul territorio; non abbiamo bisogno di esportare, ma semmai di importare turismo. (Rosanna Mazzia, Sindaco di Roseto) Serve educazione all’identità e alla promozione delle identità. (Lucio Rizzica, giornalista Sky) .
Questa regione ha tutte le carte in regola per competere in termini di eccellenze agroalimentari con le altre regioni italiane ed europee. È questa la vera sfida, puntare sulle proprie produzioni. (Fabrizio Dellapiana, Slow Food Italia). Anche il cliente deve fare la sua parte: esigere dai ristoratori di bere vino calabrese e di mangiare piatti realizzati con ingredienti locali. La qualità si fa con la storia e la tradizione. (Elio Perciaccante, presidente Giovani di Confagricoltura Cosenza e delegato CEJA). Sono, questi, in sintesi, alcuni dei passaggi del dibattito al quale hanno partecipato, moderati dal Fiduciario Montesanto, anche l’esperto in internazionalizzazione Mohamed Hamdy, il Fiduciario della Condotta Slow Food Crotone Atonio D’antonio ed il consigleire regionale Mauro D’acri. Hanno portato la loro testimonianza di eccellenza imprenditoriale Pietro Giovazzini di Cerchiara di Calabria (peperoncino e salsa fraiotta), Luigi Adinolfi (amaro ulivar e mela agostina, tipicamente oriolana), Rosy Oriolo(origano biologico), Osvaldo De Falco (adozione di alberi da frutto a distanza). Preso d’assalto il Villaggio Slow Food con le eccellenze enogastronomiche ed artigianali del territorio.