Cassano. “Caso Garofalo”, Gruppi d’opposizione: “Intervenga il Prefetto”
“La richiesta di sfiducia del presidente del Consiglio comunale è solo il tentativo di cercare capri espiatori per nascondere le proprie gravi responsabilità politiche. Papasso riferisca urgentemente in consiglio”.
I gruppi di opposizione contestano così le modalità con le quali l’amministrazione comunale di Cassano starebbe trattando il caso della “Garofalo group srl”, la società affidataria di diversi lavori per conto del Comune, raggiunta da un’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura.
Vicenda a seguito della quale, in considerazione dei rapporti di parentela esistenti tra i titolari dell’impresa ed il presidente del Consiglio comunale, Luigi Garofalo, lo stesso Papasso ha reso noto di aver prima richiesto le dimissioni del presidente, sebbene non indagato né coinvolto in prima persona, quindi insieme alle forze di maggioranza ha chiesto la convocazione di una seduta del Consiglio comunale per procedere alla revoca di Garofalo dalla carica.
“In questa storia – sostengono i gruppi di minoranza – v’è tutto il doppiopesismo del sindaco e della sua compagnia di giro”. Segue poi una disamina politica, con il richiamo a quelli che la stessa opposizionde definisce dei fatto caratterizzanti la questione: “In quello che succede – si afferma – v’è anzitutto un dato squisitamente politico: un sindaco e la sua maggioranza chiedono di sfiduciare il presidente del consiglio da loro eletto. Questo, a soli 3 mesi dalle elezioni, è segno di una grave crisi politica rispetto alla quale il sindaco dovrebbe avvertire il dovere di fornire puntuali chiarimenti alla città, invece di starsene chiuso nel Palazzo, alla faccia della tanto decantata e mai attuata trasparenza”.
Ma il punto, incalzano i gruppi di minoranza, è anche e soprattutto un altro: “è evidente come, con un gesto che sacrifica l’unità e la tenuta della sua coalizione, Papasso punti a cercare capri espiatori che valgano a far dimenticare presto una vicenda che, invece, ha bisogno di essere portata alla luce del sole”.
Viene poi sottolieato che “Se Garofalo, come pare, - affermano dall'opposizione - non è coinvolto penalmente in prima persona nella vicenda, in ossequio al principio di garantismo che dovrebbe essere caro ai socialisti come lo è a noi non si dovrebbe chiedergli di pagare alcun prezzo. Ma se di qualcosa magari sotto il profilo dell’opportunità politica lo si ritiene invece responsabile, ed il sindaco fin qui non lo ha spiegato, allora è innegabile che quelle responsabilità non possono fermarsi al solo presidente del consiglio, ma coinvolgono l’intera amministrazione”.
Il perché, secondo i Gruppi è che “Se a Garofalo Papasso ritiene di muovere addebiti, non può far finta di dimenticare che il presidente del consiglio è stata una delle colonne della precedente consiliatura ma anche della sua rielezione, essendo tra i più votati della maggioranza ed ispiratore di una lista che si è rivelata determinante per la vittoria del centrosinistra sia nel 2016 che nel 2012. Dunque, delle due l’una: o Garofalo non ha colpe, e allora non si comprende perché rimuoverlo, oppure se colpe – sia pur solo politiche – ci sono, Papasso non può tirarsi fuori mettendo la testa sotto la sabbia, come uno struzzo, aspettando che passi la tempesta".
"D’altra parte - viene ribadito - difficile che il sindaco potesse non sapere: l’interdittiva risale allo scorso maggio ed a giugno già la Provincia di Cosenza aveva proceduto alla revoca di un appalto concesso alla società cassanese, che sempre a giugno s’è vista respingere dal Tar l’istanza di sospensione dell’efficacia dell’atto prefettizio”. Proseguono le opposizioni: “Se la Garofalo Group è diventata d’improvviso peste da evitare, occorre allora spiegare perché, negli ultimi anni e dunque non solo da oggi, proprio l’amministrazione Papasso l’abbia avuta come interlocutrice per diverse commesse, alcune delle quali attraverso la procedura dell’affidamento diretto”.
Quanto basta per conclusioni di fuoco: “Ci recheremo dal Prefetto per informarlo compiutamente di queste vicende. Al tempo stesso, solleciteremo la presentazione di un’interrogazione parlamentare che porti il ministero dell’interno ed il Governo ad accendere i riflettori sull’operato dell’amministrazione comunale cassanese. Una gestione poco oculata, costellata da atti a nostro parere gravissimi, rispetto ai quali il sindaco non ha avvertito la sensibilità istituzionale di confrontarsi col consiglio comunale. Adesso, come da suo costume, si cimenta in show davanti alle telecamere o sui palchi delle tante festicciole per le quali dilapida i soldi dei cassanesi, ma quando poteva e doveva ha taciuto: la mattina del 18 agosto il Comune ha revocato un appalto concesso alla ditta cassanese, ma quando in serata s’è riunito il consiglio comunale, Papasso ed i suoi assessori si sono ben guardati dal darne notizia. Inevitabile, a questo punto, chiedersi cosa nascondano. Qualunque cosa sia, faremo in modo che venga alla luce e che la vicenda non abbia a chiudersi col semplice sacrificio di un capro espiatorio”.