Stadio di Crotone: Associazione Nazionale Archeologi chiede ispezione al Ministro

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In relazione alle vicende dell’ampliamento dello stadio di Crotone, che in questi giorni sono in primo piano sulla stampa e sui social network, anche l’Associazione Nazionale Archeologi si è fatta sentire esprimendo "sconcerto - afferma - di fronte alla decisione del neo soprintendente Mario Pagano di autorizzare i lavori, in palese contrasto con i pareri negativi, già espressi in merito dal suo predecessore Salvatore Patamia, e motivati dall’esistenza in quell’area di un vincolo di inedificabilità assoluta”.

“La decisione di consentire l’ampliamento previsto attraverso la costruzione di 'strutture leggere, provvisorie e totalmente rimovibili’ – sostiene l’Associazione - secondo quanto riportato dalla stampa, non apparirebbe convincente sul piano logico, prima ancora che su quello tecnico-scientifico. Qualora confermata, si tratterebbe di una spregiudicata forzatura della discrezionalità tecnica che rischia di danneggiare un’area archeologica di primaria importanza e di creare precedenti, incoraggiando le amministrazioni locali a perseguire politiche di urbanizzazione selvaggia in spregio dei vincoli paesaggistici e archeologici.”

“Le leggi di tutela del patrimonio archeologico – proseguono gli Archeologi - contenute nel codice dei Beni Culturali sono chiare e di recente sono state ribadite e potenziate all’interno del Nuovo Codice dei Contratti Pubblici che, nella sua recentissima stesura, ha voluto riconfermare le norme sull’archeologia preventiva già in vigore dal 2006. Sarebbe grave se rappresentanti degli enti di tutela del patrimonio culturale mettessero la discrezionalità tecnica al servizio di interessi privati, comportandosi con «assoluta e inspiegabile arrendevolezza», per usare l’espressione con cui la stessa Corte dei Conti ha già stigmatizzato in passato analoghe decisioni del soprintendente Pagano.”

“Esprimo la massima solidarietà – dichiara Salvo Barrano, presidente dell’Associazione Nazionale Archeologi - alle colleghe Margherita Corrado e Linda Monte che, con coraggio e professionalità, hanno denunciato questo e simili episodi in Calabria. Aspettiamo di conoscere maggiori dettagli dalla relazione degli ispettori inviati dal Ministro Franceschini lo scorso 31 agosto”.