Aziende ‘svuotate’ per frodare il fisco, denunciati per bancarotta fraudolenta
Bancarotta fraudolenta, evasione fiscale, omessa presentazione delle dichiarazioni e occultamento e distruzione delle scritture contabili obbligatorie. Sono queste le accuse a carico degli amministratori legali di due società edili a cui la Guardia di finanza di Rossano, nel cosentino, contesta che dal 2010 ad oggi abbiano omesso di presentare le dichiarazioni dei redditi, mettendo in atto un procedimento per distrarre ed alienare dei beni posseduti e la titolarità delle quote aziendali, così da sottrarsi agli obblighi fiscali.
Per questo stamani le fiamme gialle hanno proceduto al sequestro di beni e valori per un totale che supera i 7 milioni di euro nei confronti delle stesse società.
Secondo la tesi dei militari le aziende, una volta costituite, avrebbero operato regolarmente sul mercato per un paio d’anni e poi essere cedute “svuotandole” del patrimonio e cedendone i beni strumentali alla produzione. Da ciò ne sarebbe conseguita una situazione di insolvenza danneggiando i creditori e portando, inevitabilmente, al loro fallimento.
Per rendere più difficoltosa la ricostruzione della presunta bancarotta fraudolenta le società sarebbero state intestate a soggetti esteri e la sede legale trasferita, secondo gli inquirenti, in una località di mero comodo. Un altro ostacolo ai controlli dei militari è stata la distruzione o la denuncia di smarrimento delle scritture contabili che sono obbligatorie per legge.
Al termine delle investigazioni i finanzieri hanno così eseguito un decreto emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari su richiesta del Pubblico Ministero, sottoponendo a sequestro preventivo “per equivalente” i beni che ammontato, appunto a 7,5 milioni, e riferibili agli amministratori legali delle due società.
Beni che, secondo le fiamme gialle, sarebbero il frutto di “condotte criminose omissive degli obblighi tributari” materializzate dalle due aziende, e che consistono in abitazioni, rapporti bancari, quote societarie, terreni, magazzini, depositi, auto e moto di lusso e mezzi pesanti da lavoro, alcuni dei quali erano stati alienati ad altre società riconducibili sempre agli stessi amministratori, poco prima della dichiarazione di fallimento.