Maxi truffa da 3 miliardi di euro, sei arresti a Parma: c’è anche un calabrese
L’hanno “battezzata” operazione “Re Mida” ed ha portato all’arresto di sei persone per una presunta maxi truffa finanziaria da 3 miliardi di euro. La Guardia di finanza ritiene di aver sgominato un’associazione criminale che proponeva falsi finanziamenti ad imprenditori in difficoltà.
Imprenditori italiani ed esteri, spesso in difficoltà, che per ottenere finanziamenti si erano rivolti ad una società neozelandese, la Iwil, International World Investment Loans. L’azienda era “dipinta” come ente di intermediazione finanziaria ma, secondo le fiamme gialle, era in realtà una società fantasma sebbene - come sarebbe emerso dalla documentazione sequestrata e dalla pubblicità in rete - vantasse sedi in Nuova Zelanda, nel Delaware (Usa), ad Israele, in Giappone, a Singapore ed in Grecia.
Dietro la Iwil si sarebbe celata, in realtà, un’organizzazione che fingeva di operare alla luce del sole utilizzando immobili di pregio affittati a Parma, così da apparire come un normale operatore nel settore finanziario.
Da quanto ricostruito dagli inquirenti la truffa avveniva proponendo dei contratti di finanziamento a tassi agevolati, senza le necessarie misure di garanzia e con la sottoscrizione di un contratto di investimento, fittizio, che addirittura serviva ad abbattere i costi dell’operazione.
Dopo la firma di quest’ultimo, al richiedente veniva richiesto il versamento di una somma di denaro a titolo di spese per l’istruzione della pratica, a fronte del quale seguiva anche l’emissione della fattura fiscale: un meccanismo, spiegano i militari, che avrebbe avuto lo scopo di rassicurare il cliente, ma in grado di consentire all’organizzazione di incassare una somma anche maggiore di denaro.
Alla fine, però, non è stato erogato un solo euro di finanziamento e dalle investigazioni è emerso che sono state vittime del raggiro non meno di settanta titolari di aziende: alcuni di loro, in gravi difficoltà economiche, hanno poi dichiarato il fallimento. Si è calcolato invece che il totale dei finti finanziamenti sottoscritti negli ultimi due anni ammonterebbe a non meno di 3 miliardi di euro e che con questo sistema l’organizzazione avrebbe generato introiti illeciti per oltre 2 milioni di euro.
Al termine delle indagini, che sono durate oltre due anni, con il coordinamento della Procura, la Guardia di Finanza di Parma ritiene pertanto di aver smascherato un’associazione a delinquere composta da 14 persone al cui vertice vi sarebbe un noto faccendiere parmigiano, Aldo Pietro Ferrari, 71enne originario di La Spezia ma residente a Parma e già coinvolto in precedenti vicende giudiziarie.
Le manette sono scattate inoltre per altre cinque persone: un 63enne originario della provincia di Reggio Calabria e residente nello spezzino, un 54enne nato in provincia di Siracusa e residente a Palermo, un 69enne della provincia di Bari residente a Fidenza (Parma), un 43enne della provincia di Parma e un 57enne della provincia di Lodi.
14 in tutto gli indagati che dovranno rispondere del reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e continuata.
L’operazione “Re Mida” è scattata ieri mattina e ha visto impegnati, oltre agli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria del capoluogo emiliano, anche le Fiamme Gialle di Forli-Cesena, Bolzano, La Spezia, Lodi, Frosinone, Siracusa e Palermo, che hanno eseguito gli arresti, due in carcere e quattro ai domiciliari, nei confronti dei presunti affiliati all’organizzazione; sequestrata inoltre la sede Iwil e oscurate le pagine web utilizzate illecitamente.