L’associazione Anassilaos ricorda Giovanni Bellini

Reggio Calabria Tempo Libero

L’opera di Giovanni Bellini, detto anche il Giambellino, il grande pittore veneto nato con ogni probabilità nel 1426 e morto il 29 novembre del 1516 sarà, nel V centenario della morte, al centro di una conversazione di Elvira Leuzzi Calveri, promossa dall’Associazione Culturale Anassilaos, che si terrà martedì 18 ottobre alle 18,00 presso la Sala di San Giorgio al Corso.

“Il più antico dei moderni , il più moderno fra gli antichi”- come ebbe a definire Bellini un critico dell’Ottocento- fu figlio, forse non legittimo, secondo quanto racconta Giorgio Vasari, di Jacopo Bellini, anch’egli pittore, e di Anna Rinversi, fratello di Gentile Bellini, pittore ufficiale della Serenissima Repubblica di Venezia nonché cognato del Mantegna. E’ dunque cresciuto e vissuto in un ambiente di artisti e alla morte del fratello Gentile assunse la guida della famiglia. A lui soltanto può comunque essere attribuito il merito di aver posto le basi della grande fioritura dell’arte veneta del secolo successivo dato che viene considerato maestro di Giorgione e Tiziano.

Già ai suoi tempi veniva considerato un uomo venerabile e un patriarca della pittura veneziana. Le testimonianze coeve del Sanudo (Diari), di Pietro Bembo e dello stesso Durer, il grande pittore tedesco che visse per qualche tempo in laguna, danno di lui una immagine generosa. Scrive Durer “…tutti mi avevano detto che era un grand’uomo e infatti lo è, e io mi sento veramente amico suo. E’ molto vecchio ma certo è ancora il migliore di tutti” e lo stesso Sanudo, nel ricordarne la morte all’età di novanta anni annota nel suo diario “coxi vecchio come l’era, dipenzeva per exellentia”.

Già difficile da definire ai suoi tempi per l’inesauribile ricchezza creativa, dilatatasi in almeno settanta anni di attività, – lo stesso maestro, scrive Pietro Bembo “ha piacere che molti signati termini non si diano al suo stile, uso, come dice, di sempre vagare a sua voglia nelle pitture” – l’arte di Bellini si dispiega dinanzi a noi con un catalogo ricchissimo di opere e di temi, dalle pale d’altare (Pala di Pesaro) alle innumerevoli Madonne, dai ritratti (Ritratto del Doge Leonardo Loredan) ai temi religiosi (la stupefacente Pietà di Brera) e biblici (ebbrezza di Noè) ai temi tratti dalla mitologia (festino degli dei). Un maestro dunque tra i più grandi che ha posto le basi per l’ arte del Cinquecento.