Blitz antiterrorismo, fermato un cittadino siriano: apparterrebbe a un ramo di Al-Quaeda
Un fermo è stato notificato in un'operazione antiterrorismo internazionale eseguita del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Catanzaro. Destinatario è un cittadino siriano, Abo Robeih Tarif, di 23 anni, già in carcere a Rossano perché accusato di essere lo scafista di uno dei tanti sbarchi di migranti in Calabria, ed arrestato nel 2014 per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Nei suoi confronti sarebbero emersi elementi che lo identificherebbero come un presunto appartenente al terrorismo islamico. Secondo gli inquirenti farebbe parte del fronte Jabhat al Nusra, ramo di Al-Qaeda attivo in Siria e Libano, ed era entrato in Italia durante uno sbarco di migranti avvenuto sulle coste del crotonese il 14 settembre di due anni fa.
Accertamenti successivi al suo fermo di allora come presunto scafista, avrebbero fatto emergere però una serie di elementi che hanno indotto l’autorità giudiziaria pitagorica a stralciare la sua posizione e ad interessare la Direzione Distrettuale antimafia di Catanzaro, che è competente per i reati in materia di terrorismo.
MILIONI DI FILES ANALIZZATI DAGLI INVESTIGATORI
Le indagini, affidate al nucleo di polizia tributaria, sono state eseguite principalmente con attività tecniche cosiddette di digital forensics: in pratica sono stati acquisiti (“copia forense”) i contenuti di un notebook, di diversi apparti mobili e varie sim telefoniche; dopodiché si è analizzata l’enorme mole di files estrapolati, oltre un milione, utilizzando delle sofisticate apparecchiature e contando sulla qualificata attività dei militari addetti alla “digital forensics” e del Gico.
Gli investigatori, dunque, hanno estratto del materiale foto-video facendolo tradurre da un interprete arabo: da questo sarebbe stata così scoperta la volontà dell’uomo ad operazioni di martirio, la sua partecipazione al fronte Jabhat al Nusra, la grande disponibilità di armamenti bellici da parte dei miliziani di cui sarebbe membro insieme al fratello.
NELLA CHAT PRIVATA LE NOTIZIE SUI MILIZIANI SIRIANI
Nelle chat dell’indagato vi erano poi notizie su vicende di combattimento, si affermava che le stesse provenissero dai miliziani rivoluzionari, si sarebbe dichiarata la sua volontà di vendetta per lo stato in cui era costretta la Siria (il fronte della Jabhat combatte infatti contro il governo di Bashar al-Assad) e di trovarsi in una zona di guerra, probabilmente insieme ai ribelli, nelle città di Adleb e Hama. Come pure si approvava l’iniziativa dei cinquanta miliziani che, per la causa, si dicevano disposti al martirio “per mietere più vittime tra i nemici” nell’offensiva per l’occupazione e il controllo dell’aeroporto di Hama, sempre in Siria.
In tutte le occasioni in cui c’è stato uno scambio di foto che riprendevano i miliziani in armi, il presunto terrorista avrebbe poi manifestato la preoccupazione che lo stesso materiale compromettente potesse finire nelle mani del nemico, ossia il Governo siriano, e ne chiedeva la cancellazione una volta avvenuta la visualizzazione.
Inoltre, i finanzieri sono riusciti ad estrapolare immagini che erano state cancellate e che lo ritraevano in posa con una granata da mortaio, vestito con la tipica tenuta nera degli jihadisti e con la bandana con su scritto “Allah è grande”, e altri diversi combattenti votati al martirio con indosso corpetti esplosivi.
L’operazione di oggi è una delle pochissime indagini in cui è stato verificato il collegamento diretto tra soggetti che pianificano il traffico di migranti e le organizzazioni terroristiche islamiche. Per questo la Dda di Catanzaro ha emesso il fermo di indiziato di delitto per associazione con finalità di terrorismo.
“L’attività svolta - affermano gli inquirenti - è un’ulteriore dimostrazione dell’impegno profuso dalla Procura della repubblica di Catanzaro e dalla Guardia di Finanza che, peraltro, ha di recente anche istituito il gruppo investigativo finanziamento al terrorismo nell’ambito del nucleo speciale di polizia valutaria.”
ALFANO: RISULTATO OTTENUTO ANCHE GRAZIE AL DECRETO ANTITERRORISMO
Ha espresso soddisfazione per l’arresto anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano: "Un’altra importante operazione, quella condotta oggi dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Catanzaro, con il coordinamento della Procura della Repubblica e della Direzione Distrettuale Antimafia" ha detto il titolare del dicastero aggiungendo che il fermo “è stato possibile grazie all'applicazione delle norme del nostro decreto antiterrorismo, da noi fortemente voluto lo scorso anno, senza le quali questa operazione non sarebbe stata portata a termine”.
“Il nostro lavoro di prevenzione contro la minaccia terroristica e contro i trafficanti di esseri umani – detto ancora Alfano - prosegue senza soste e nulla viene escluso, come ho sempre detto. L'operazione odierna assume, poi, un rilievo particolare”.
Il ministro si è congratulato infine con il Procuratore della Dda Nicola Gratteri e con il Comandante Generale della Guardia di Finanza Giorgio Toschi “perché – ha detto il ministro - riguarda un ambito delicato come quello della prevenzione del terrorismo, ma anche dell'immigrazione, dove criminali senza scrupolo possono sfruttare persone già in gravi difficoltà e in pericolo di vita".
(Aggiornata alle 18:42)