Giornata contro la violenza alle donne, Bruno: “Potenziare i centri antiviolenza”
“La violenza sulle donne tutto è tranne che un’emergenza. Che si tratta di un fenomeno strutturale e ben radicato, che affonda radici lontane e si alimenta della cultura del silenzio e della prevaricazione di genere, lo dobbiamo ricordare soprattutto oggi, nella Giornata internazionale contro la violenza alle donne”. È quanto afferma il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, nel ricordare l’istituzione della “Giornata internazionale contro la violenza alle donne”, per commemorare tutte le donne vittime di violenza”, che si celebra mercoledì 25 novembre, nello stesso giorno in cui ricorre l’anniversario del terribile assassinio delle tre sorelle Mirabal avvenuto durante il regime domenicano di Rafael Leonidas Trujillo nel 1960.
“Nel momento stesso in cui ci ritroviamo a discutere nelle manifestazioni organizzate per ricordare questo giorno istituito dall’Assemblea generale delle Nazioni unite nel 1999 proprio per invitare governi, organizzazioni e media a sensibilizzare la società sulla violenza di genere – afferma ancora il presidente della Provincia di Catanzaro – dobbiamo diventare maggiormente consapevoli del fatto che le iniziative e i convegni celebrativi non bastano ad affrontare un fenomeno che può essere affrontato e ridimensionato con risultati positivi solo con una profonda trasformazione culturale. In Italia sono 6 milioni 788 mila le donne che subiscono violenza, 5.080 sono i minori che hanno subito violenza, 116 le donne uccise nel 2016: dati ancora in crescita che rappresentano, nella freddezza matematica, un monito all’impegno della società civile che, ad oggi, sembra indignarsi ancora troppo spesso solo quando il fenomeno diventa cronaca nera. Le leggi sullo stalking e sulla violenza di genere hanno consentito a tante donne di allontanare da casa i propri parteners, permettendo di raggiungere una sensibile riduzione del fenomeno, ma i numeri parlano e solo il 7 per cento delle vittime denuncia. Schiaffi, spintoni, i lividi, le urla: il 93 per cento delle donne preferisce soffocare tutto nelle mura domestiche. E la violenza non è solo quella fisica. Non sono mancati episodi drammatici anche nella nostra provincia che ci hanno colpito, indignato e spinto alla riflessione verso un’azione di supporto concreta. Le istituzioni – dice ancora Bruno - hanno il dovere, ciascuna per propria competenza, di portare un contributo incisivo a questo processo di contrasto prima di tutto le misure finalizzate a potenziare i centri antiviolenza e le case di accoglienza per donne in difficoltà. Il bando pubblicato ieri dalla Regione Calabria destinato ai centri antiviolenza e alle case di accoglienza, che permetterà di finanziare le attività poste in essere nel 2016 dai centri calabresi, va in questa direzione di impegno concreto che passa anche dal sostegno a modelli e strumenti per garantire protezione a chi vive nella paura che funzionano. Solidarietà, sensibilità e ascolto da un lato e una incisiva rivoluzione culturale dall’altro, rappresentano i principali anticorpi ad un fenomeno che si nutre della mancanza atavica del senso di rispetto della dignità umana”.