Mezzi rubati e reimmatricolati: sequestri in Calabria
Tutto è nato dalla denuncia di furto di un’auto inoltrata da Aurora Ramazzotti, figlia di Eros e Michelle Hinziker. La vettura da cui è scaturita l'indagine, è una mini car francese che era stata rubata nel gennaio del 2013 alla figlia del cantante, intestatario della mezzo al Pra, il Pubblico registro automobilistico.
I ladri l'avevano trafugata davanti al liceo mentre Aurora era a lezione in aula. Qualche mese dopo il furto, grazie alla segnalazione fatta alla Polstrada da un importatore di Piacenza, gli agenti hanno ritrovato l’auto che, nel frattempo, era stata reimmatricolata con un nuovo numero di targa e telaio, e rivenduta. Da lì è partita l'inchiesta.
La Polizia stradale di Piacenza ha quindi recuperato il mezzo della giovane, per poi scoprire un giro di auto rubate, contraffatte e rivendute in tutta Italia. Operazione che, portata avanti dalla Procura della Repubblica di Milano, è sfociata nella denuncia di 15 persone per riciclaggio, ricettazione, truffa, uso di atti falsi, distruzione di atti veri.
Nella vicenda sarebbero coinvolti anche un autosalone di Milano e un'agenzia di pratiche auto dell'hinterland milanese. Alla base c'era una procedura collaudata che la polizia, dopo aver esaminato oltre seicento pratiche alla Motorizzazione di Milano, avrebbe scoperto un sistema per rimettere sul mercato mezzi rubati. Il sistema, secondo gli inquirenti, sarebbe stato fatto su 15 mezzi, che erano stati rubati e poi 'ripuliti' con un nuovo numero di telaio e documenti falsi.
Durante lo sviluppo dell'indagine la Procura della Repubblica di Milano ha emesso decreti di perquisizione e sequestro eseguiti, anche in uffici pubblici, a Milano, Roma, Napoli, L'Aquila, Reggio Calabria, relativamente ai Comuni di Platì e Rosarno. I veicoli di provenienza illecita su cui sarebbero state compiute operazioni di riciclaggio, con la cancellazione dei numeri di telaio originali e la ripunzonatura apocrifa di un nuovo numero, sarebbero stati immatricolati mediante presentazione di documentazione contraffatta.
Il funzionario della motorizzazione di Milano che avrebbe trattato le pratiche, indotto in errore dalla documentazione apparentemente genuina, avrebbe poi immatricolato il veicolo e consegnato la targa e il certificato di circolazione. L'agenzia automobilistica avrebbe curato le pratiche di immatricolazione utilizzando documenti falsi, mentre la concessionaria, tramite i suoi canali di vendita, diretti presso la sua sede, e tramite portali del settore in internet, avrebbe messo in commercio i veicoli truffando gli acquirenti.