Operazione “Lex”: in due tornano in libertà, uno dal carcere va ai domiciliari
Il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria, rivisitando l’impalcatura accusatoria, ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip, liberando Antonello Lamanna e Mario Bevilacqua e sostituendo la detenzione in carcere con quella dei domiciliari per Maurizio Oppedisano.
Il Tdr ha così accolto le istanze presentate dai legali dei tre, rispettivamente gli avvocati Enrico Chindamo e Francesco Siclari per il primo e Gregorio Ceravolo per gli altri due.
Lamanna e Bevilacqua sono accusati di far parte della cosca dei Chindamo-Ferrentino di Laureana di Borrello, clan che avrebbe ramificazioni anche in provincia di Pavia mentre ad Oppedisano sono contestati il porto d’armi abusivo e il danneggiamento aggravati dal metodo mafioso.
Tutti furono arrestati nel corso dell’operazione Lex che, nel novembre scorso, coinvolse 42 persone (33 finirono in carcere, 7 ai domiciliati e a 2 fu applicato l’obbligo di dimora), accusati di appartenere al Locale di ‘ndrangheta di Laureana, costituita dalle famiglie “Ferrentino-Chindamo” e “Lamari”.
Secondo gli inquirenti, Lamanna, 41 anni, sarebbe stato l’intestatario fittizio delle attività commerciali della ‘ndrina e avrebbe avuto anche il ruolo di veicolare i messaggi che riguardavano l’organizzazione; Bevilacqua, (44 anni) avrebbe avuto nel clan dei compiti operativi nel settore delle armi e della droga; Oppedisano, (35 anni), infine, è accusato di aver detenuto e portato in un luogo pubblico un’arma per compiere un danneggiamento all’autovettura di Ganino Alfonso, “reo” di non avergli consentito di avere un rapporto sessuale con la convivente.