Possibile Crotone. Provincia: si ripristinino le elezioni dirette
"Da diversi anni ormai, stiamo pagando sulla nostra pelle di italiani i dannosi effetti di riforme epocali che hanno avuto come unico e vero obiettivo tagli della spesa pubblica, con conseguente diminuzione di servizi erogati ai cittadini. Le numerose riforme dell’Istruzione e della Sanità, sempre meno pubbliche, del lavoro, sempre più precario, ci portano ormai a sentire un ‘leggero brivido di diffidenza’ verso il termine ‘riforma’. Al tempo stesso grande ormai ne è l’abuso, al punto che è difficile, nell’arco costituzionale trovare un partito o un movimento politico che non abbia tra i suoi valori quelli che si richiamano al riformismo”.
È quanto sostiene Davide Dionesalvi, Portavoce del Comitato “Mediterraneo Possibile” di Crotone spiegando di aver fatto questa premessa perché “se grandi sono i rischi che corriamo quando l’attuale classe dirigente mette mano all’ordinamento vigente, crediamo che siano ancor maggiori e deleteri gli effetti di una riforma rimasta a metà! Parliamo, senza giri di parole, della legge 56/2014 recante “Disposizioni sulle Città Metropolitane, sulle Province, sulle Unioni e Fusioni di Comuni” che l’allora Sottosegretario alla Presidenza Graziano del Rio ha partorito sull’onda del populistico “meno politici – meno sprechi”.
Per Mediterraneo Possibili si tratterebbe dunque di “una sostanziale decapitazione ed un graduale spoglio di risorse umane ed economiche delle Province italiane ha tolto dalla disponibilità dei cittadini la possibilità di ottenere servizi immediati e rapidi. Il prezzo pagato per tutto ciò è molto chiaro: a fronte dei 110 milioni di spese risparmiate (appena lo 0,0001% della spesa pubblica italiana) abbiamo perso una bella fetta di democrazia che forse era meglio tenerci ben stretta. Perché una delle lezioni principali del Referendum del 4 Dicembre è stata proprio la voglia di partecipare dei giovani, il loro interesse nei temi che riguardano il bene comune. A questo bisogno di essere presenti e scegliere, il governo ha risposto con un appuntamento in meno con la Democrazia”.
Dionesalvi aggiunge a questo, poi “la perdita di ogni certezza occupazionale – dice - per i dipendenti delle Partecipate provinciali, nonché la precarizzazione di quei dipendenti provinciali finiti nel bacino della mobilità. Riassumendo: meno democrazia, risparmi limitatissimi, più precarietà. La stessa natura delle province è rimasta un ibrido, senza una reale caratterizzazione territoriale e con in mano funzioni generali gestite da poteri particolari”.
Per il portavoce lo testimonia lo stesso dibattito interno all’UPI, l’Unione delle Province Italiane “che – spiega - avvia la progettazione delle nuove province con un documento volto a forzare la mano sul suo uso strumentale anziché istituzionale: una provincia usata come strumento al servizio dei Comuni anziché una struttura amministrativa autonoma al servizio dei cittadini. Questo non ci meraviglia, se teniamo presente che, al momento, l’organismo che rappresenta gli amministratori provinciali, non è altro che una copia dell’Associazione dei Comuni in quanto entrambe le organizzazioni sono costituite da Sindaci ed amministratori comunali nella loro funzione di doppi responsabili della cosa pubblica, eletti solo una volta dai cittadini”.
“A fronte di questo paradosso costituzionale, non siamo rimasti fermi!” sbotta Dionesalvi. “Riteniamo infatti importante – continua - riportare il quadro normativo al rispetto della volontà popolare per come hanno deciso gli Italiani con il referendum del 4 Dicembre. È chiaro infatti che venendo meno la riforma costituzionale, anche la legge Delrio è divenuta anacronistica. Intendiamo pertanto diffidare il Vice Presidente facente funzioni Franco Parise dal tenere le elezioni per il rinnovo del Consiglio Provinciale e sospenderle fino a quando non saranno disposti opportuni adempimenti normativi per il ripristino degli spazi democratici”.
Mediterraneo Possibile spiega poi di aver presentato questa istanza, proprio come il comitato “Resegone” Possibile nella provincia di Lecco, al Ministro dell'Interno Marco Minniti ed al Prefetto di Crotone Vincenzo DeVivo, “ritenendo che sia necessario ripristinare le elezioni dirette di tali organi della Provincia. La legge Delrio, infatti, nel censurabile intento di trasformare le province in enti di secondo livello, ci ha tolto la possibilità di scegliere gli amministratori, privandoci di un diritto importante, quello dell’elettorato attivo e passivo. Ora che gli italiani, il 4 dicembre scorso, hanno reso evidente che il modello istituzionale proposto non è accettabile, ci pare giusto che anche il combinato disposto preparato dallo stesso governo venga rispedito al mittente”. “
“Perché, è giusto ribadirlo, la sovranità, secondo l’art. 1 della Costituzione, appartiene al popolo: è giusto quindi, oltre che normativamente corretto, ripristinare le elezioni dirette anche per gli organi della Provincia, che è l’Ente locale più vicino al cittadino dopo il Comune, restituendo quindi ai cittadini il diritto-dovere di scegliere i propri rappresentanti al livello dell’amministrazione provinciale, oltre che il diritto di potersi candidare anche per coloro che non hanno la qualifica di sindaco o consigliere comunale".