Fiumi di coca dal Sud America alla Calabria, blitz antidroga in tutta Italia
Numerosi arresti eseguiti in diverse regioni d’Italia e la disgregazione di quella che è ritenuta come una pericolosa associazione transnazionale che gestiva il traffico di droga, in particolare di cocaina, facendola arrivare in Calabria direttamente dal Sud America.
Stamani, così, è scattato il blitz. Le indagini sono coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria e l’operazione, denominata “Buena Ventura”, è stata eseguita dalla Polizia con il coinvolgimento dello Sco, il Servizio Centrale Operativo, e della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga.
Gli arresti, così come diverse perquisizioni, sono stati effettuati nelle province di Reggio Calabria, Milano, Napoli, Bologna e Pescara. Oltre 25 le persone ritenute coinvolte ed indagate per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacente.
Secondo le indagini - condotte dalla Squadra Mobile della città dello Stretto - l’organizzazione sarebbe contigua alle cosche della ’ndrangheta del mandamento ionico della provincia ed avrebbe operato fra l’Italia, la Colombia, il Perù, la Repubblica Domenica e la Spagna: ingenti i quantitativi di droga importati dunque dal Sud America.
IL “CANALE” CON I NARCOS COLOMBIANI
Fra gli arrestati vi sarebbero soggetti considerati legati alla famiglie Morabito-Bruzzaniti-Palamara, capi di una potente ‘ndrina attiva in alcuni centri del mandamento ionico reggino: Bova Marina, Bianco, Africo e Platì.
Un sudamericano - che sarebbe invece legato ai cartelli dei narcos colombiani - è accusato dalla Dda di aver condotto, con esponenti della ‘ndrangheta jonico-reggina, delle trattative per aprire un canale di importazione di “coca” fra la Colombia e la Calabria.
IN 14 IN CARCERE, 4 AI DOMICILIARI
In particolare sono 19 i provvedimenti emessi nell’ambito dell’operazione di stamani. Gli investigatori della Mobile calabrese, con la collaborazione dei colleghi di Milano, Napoli, Bologna e Pescara, stanno eseguendo in Italia 18 ordinanze di custodia cautelare, 14 in carcere e 4 ai domiciliari: per tutti l’accusa è di traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
L’ASSE REGGIO CALABRIA-BOGOTÀ
Intercettazioni telefoniche, telematiche ed ambientali; oltre 500 pagine a comporre l’informativa della polizia; ben due anni di indagini: tutto per dimostrare la tesi investigativa, ovvero l'esistenza del canale di approvvigionamento della droga fra la nostra regione e la Colombia.
Gli inquirenti sostengono che il cartello calabrese, riconducibile ai Morabito-Bruzzaniti-Palamara, avrebbe “assunto concrete e avanzate iniziative” per pianificare e realizzare la compravendita della droga lungo l'asse Reggio Calabria-Bogotà.
Lo stupefacente sarebbe dovuto arrivare nel porto di Gioia Tauro utilizzando delle società che importano prodotti ortofrutticoli, o in aereo tramite dei corrieri che - contando anche sulla complicità di un appartenente alle forze dell'ordine e di una società di vigilanza privata presente nello scalo - l’avrebbero trasportata nelle valigie fino ad un aeroporto del Centro-Nord Italia.
IL PESCE SURGELATO “CONDITO” CON 35 CHILI DI COCA
Com’è ormai noto, il traffico internazionale di droga rappresenta la prima fonte di ricchezza della 'ndrangheta calabrese. Così, nel corso delle indagini eseguite in Italia, in Colombia, Perù, Repubblica Domenica e Spagna, sono stati utilizzati degli investigatori esperti nel settore che hanno consentito di arrivare al sequestro, sia nel nostro paese che in Spagna, di quantitativi consistenti di cocaina eseguiti durante delle specifiche operazioni antidroga condotte, in provincia di Reggio Calabria e presso l'aeroporto Barajas di Madrid , dalle rispettive forze di polizia: quella italiana ed il Cuerpo National de Polizia, Comisaria General de Policia Judicial, Udyco Central.
Si è anche riusciti a sventare l'importazione di oltre 35 chili di cocaina: un carico che era stato organizzato sempre fra la Colombia e la nostra regione e che sarebbe dovuto arrivare in Italia nascondendolo in un container che trasportava frutta o pesce surgelato. Per questo alcuni trafficanti calabresi avevano allestito, nella Locride, un negozio per la rivendita di pesci surgelati provenienti proprio dal Sudamerica.
LE INDAGINI PRECEDENTI
Nel 2014, lo Sco e la mobile reggina insieme alla Fbi statunitense, dopo due anni di indagini, avevano disarticolato il "ponte" fra la Calabria e gli Stati Uniti realizzato da un sodalizio transnazionale dedito al traffico di stupefacenti e al riciclaggio di denaro. I cartelli calabresi avevano organizzato e portato a termine l’acquisto di una consistente partita di cocaina che doveva giungere da New York fin nel porto di Gioia Tauro.
Nel 2015 gli stessi investigatori e quelli dell'Homeland Security, nel corso dell’operazione Columbus, eseguita nel maggio di quell’anno, disarticolarono in Calabria e a New York un sodalizio con proiezioni transnazionali, dedito appunto ai traffici di stupefacenti tra gli Stati Uniti d'America e la Calabria.
Cinque mesi più tardi, nell’ottobre 2015, la polizia italiana, i loro colleghi del Costarica dell’O.I.J. (l’Organismo de investigacion Judicial), le squadre miste e congiunte del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Reggio Calabria, l’Fbi, l’Homeland Security e l’Interpol, avevano arrestato i presunti componenti di un sodalizio che operava in Costarica in collaborazione con alcune articolazioni della 'ndrangheta ionico-reggina.
DAI NARCOS LA DROGA PER LE PIAZZE DI SPACCIO ITALIANE E EUROPEE
Le investigazioni portarono alla ricostruzione dell'organigramma del sodalizio, della sua struttura organizzativa, delle condotte transnazionali e delle rotte del narco-traffico oltre che alla qualificazione dei rapporti fra esponenti della 'ndrangheta e trafficanti, attivi nel Centro-America, in contatto con i narcos colombiani.
L’operazione di oggi, tra l’altro, dimostrerebbe la forza e la capacità dei cartelli calabresi nello stringere accordi proprio con i narcos colombiani per importare in Calabria ingenti partite di cocaina destinate poi allo smercio nelle piazze di spaccio di diverse province dell’intera Penisola ma anche d’Europa.
I DETINATARI DEL PROVVEDIMENTO
Giovanni PALAMARA, Bova Marina, classe 1960; Rocco Morabito, Africo, classe 1951; Massimiliano Bortone, Bologna, classe 1972; Michele Galantino, Milano, classe1972; Rocco Modaffari, Bova Marina, classe 1960; Renato Sansò, Napoli, classe 1953; Arturo Sansò, Napoli, classe 1979; Umberto Sacco, San Luca, classe 1961; Santo Palamara, Locri, classe 1992; Francesco Fiore, Melito di Porto Salvo, classe 1972; Filippo Mittiga, Locri, classe 1976; Cecilia Ciresica Lacatus, Reteag (Romania), classe 1985; Paolo Manzo Pescara, classe 1960; Mirco Manzo, Pescara, classe 1982; Luigi “Gino” Sivitilli, Pescara, classe 1966; Christian Alberoni, Bologna, classe 1975; Rocco Cannata, Gela, classe 1974; Marco Cannata, Milano, classe 1979.