Omicidio Scarfone, arrestati la sorella e il cognato della vittima

Reggio Calabria Cronaca

Un’altra svolta nelle indagini sull’omicidio di Antonio Scarfone, il commerciante allora 49enne che, nella notte del 14 agosto dell’anno scorso, fu assassinato con due colpi di pistola in un’abitazione di Via Giovanni Papa XXIII a Rosarno.

Qualche giorno dopo l’omicidio, il 19 agosto del 2016, i carabinieri avevano già eseguito un fermo di indiziato di delitto nei confronti del fratello e del nipote della vittima, Angelo Scarfone (52 anni) e Luigi Timpani (28 anni).

All’alba di oggi a finire in manette sono stati invece i genitori proprio di quest’ultimo, Vincenzo Timpani e Vittoria Scarfone, marito e moglie, il primo di 61 anni e la seconda di 54, a loro volta cognato e sorella di Scarfone: gli inquirenti li ritengono responsabili, a titolo di concorso, dell’omicidio del commerciante.

Nella stessa mattinata, sia in Calabria che in Emilia-Romagna, sono state eseguite anche alcune perquisizioni domiciliari alla ricerca di altri elementi di prova a supporto del quadro indiziario, ritenuto già “grave”, ricostruito finora dagli investigatori.

Gli arresti del cognato e della sorella della vittima - emessi dal Gip di Palmi ed eseguiti dai Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro insieme ai colleghi del Nucleo Investigativo del capoluogo emiliano - arrivano al termine della complessa indagine che aveva già portato al fermo di Angelo Scarfone e Luigi Timpani, attualmente in carcere.

Gli inquirenti, dopo un sopralluogo effettuato sul luogo del delitto ed aver ascoltato diverse persone, ritengono di aver ricostruito l’esatta dinamica dell’omicidio. Attraverso un’attività tecnica, effettuata con l’aiuto del Reparto Indagini Tecniche del Ros, avrebbero raccolto elementi gravemente indizianti a carico dei due coniugi a cui viene oggi contestato il concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione e dall’aver commesso il fatto “approfittando di circostanze di tempo e di luogo”, ed il reato di detenzione illegale di arma da fuoco in concorso.

Analizzando, poi, i rapporti familiari della vittima, si è arrivati ad ipotizzare che il movente del delitto sia da ricerca in alcuni dissidi all’interno della famiglia Scarfone, che si sarebbero acuiti nel corso degli anni e legati alla gestione del patrimonio immobiliare e quindi dell’eredità dell’anziana madre dei fratelli, che è deceduta.

Marito e moglie, dopo l’arresto sono stati accompagnati nelle Case Circondariali “Panzera” ed “Arghillà” del capoluogo in attesa dell’interrogatorio di garanzia.