Arresto Pesce, Prefettura: un’altra tappa nel contrasto alla ‘ndrangheta
“La notte dello scorso 29 gennaio un’altra importante tappa è stata segnata dall’Arma dei Carabinieri nella quotidiana, incessante opera di prevenzione e contrasto alle cosche di ‘ndrangheta. L’arresto di Antonino Pesce, 34 anni, latitante dal luglio 2016, nel territorio del Comune di Gioia Tauro, rappresenta uno straordinario risultato, conseguito a seguito di una tenace e prolungata attività investigativa e di intelligence condotta con eccellente professionalità e penetrante capacità di intervento dei militari coordinati dal Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia, Cafiero de Raho e dai Sostituti.” È quanto si legge in un comunicato diffuso dalla Prefettura di Reggio Calabria.
“Nino Pesce, condannato per associazione di tipo mafioso e traffico internazionale di sostanze stupefacenti, - prosegue la nota - è ritenuto l’attuale reggente del potente clan di Rosarno, una delle più potenti articolazioni territoriali di ’ndrangheta operante nella Piana di Gioia Tauro, ma anche in ambito nazionale e internazionale.”
“Un sincero apprezzamento e compiacimento – aggiunge la Prefettura - va rivolto agli esponenti della Magistratura, al Comandante provinciale dei Carabinieri, Colonnello Giancarlo Scafuri, alle donne e agli uomini dell’ Arma che, con spiccato acume investigativo, profondo impegno e dedizione, hanno inferto un ulteriore durissimo colpo alla criminalità organizzata. L’arresto del latitante è la conferma della forte e incisiva risposta alle esigenze di sicurezza più volte manifestata dai tanti cittadini onesti di questo territorio – conclude - che infonde loro rinnovata speranza e contribuisce al radicamento della legalità e alla conferma della fiducia nelle Istituzioni dello Stato impegnate, in un rapporto di fruttuosa e costante collaborazione e coesione, a prevenire, contrastare e reprimere le forme di dominio della ‘ndrangheta nel tessuto sociale, civile ed economico della provincia.