Gioia Tauro, sequestrata cocaina. Trasbordo avveniva in alto mare

Reggio Calabria Cronaca

Un ingente quantitativo di cocaina è stato sequestrato questa mattina dal Comando provinciale della Guardia di finanza di Reggio Calabria. A seguito di una perquisizione su containers caricati su una cargoship attraccata presso il porto di Gioia Tauro è stato eseguito il sequestro di un ingente quantitativo di cocaina, individuando una nuova metodologia di importazione dello stupefacente.


Lo scorso 8 luglio, personale del comando provinciale dei finanzieri reggini, con il supporto di reparti del Comando regionale Calabria, quello operativo aeronavale Pratica Di Mare e del Comando provinciale di Napoli, ha eseguito in provincia di Reggio e Napoli - con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia dello Stretto - 12 fermi disarticolando un’associazione per delinquere, aggravata dalla transnazionalità, finalizzata al traffico di droga, in particolare di cocaina, per conto delle potenti cosche di ‘ndrangheta dei Molè, Piromalli, Alvaro e Crea.

L’operazione denominata “Vulcano” rappresenta l’epilogo della complessa attività investigativa svolta dal Goa del Gico, che ha permesso di accertare l’esistenza di un gruppo criminale articolato su più livelli, comprensivo di squadre di operatori portuali infedeli e dotato di elevatissime disponibilità finanziarie, costituito allo scopo di reperire e acquistare all’estero, importare (prevalentemente attraverso i porti panamensi di Cristobal e Balboa), trasportare in Italia attraverso cargoship in arrivo, tra l’altro, nei porti di Rotterdam, Livorno, Napoli, Salerno, Genova e Gioia Tauro nonché commercializzare ingenti quantitativi di cocaina.

Le attività di indagine avrebbero consentito, in particolare, di svelare una nuova metodologia di importazione della cocaina - adottata dall’organizzazione criminale - più sofisticata e, allo stesso tempo, più prudenziale rispetto a quella tradizionale basata sulla “esfiltrazione” della sostanza stupefacente attraverso l’ausilio di operatori portuali che, sfruttando le mansioni esercitate all’interno degli scali portuali, avrebbero aperto su disposizioni della rete i container d’interesse nonché il prelievo del carico illecito.

Infatti, l’associazione avrebbe gestito, in questo caso, il traffico di cocaina al fine di procedere al trasbordo dello stupefacente in mare aperto, in una zona meno presidiata dalle Forze di polizia, da una cargoship a piccole imbarcazioni; l’organizzazione criminale, inoltre, allo scopo di assicurarsi il risultato sarebbe arrivata persino ad assoldare il comandante della nave “Msc Poh Lin”, appartenente alla compagnia marittima MSC, che effettua la tratta “California Express” approdando presso i porti panamensi di Balboa e Cristobal che rappresentano i principali centri di smistamento internazionale della cocaina. A sua volta il comandante sarebbe riuscito a procacciarsi l’incarico al fine di garantire il buon esito delle operazioni di imbarco, trasporto in Italia e consegna della cocaina ai soggetti incaricati di prelevarla da parte dell’organizzazione criminale.

BLACKBERRY “DEDICATI” ED EMAIL PER NON FARSI INTERCETTARE

L’attività investigativa è risultata particolarmente complessa in ragione degli innumerevoli accorgimenti adottati dai membri dell’associazione per non essere intercettati i quali, ad esempio, avrebbero utilizzato sistematicamente autovetture noleggiate per brevi periodi e avrebbero comunicato con modalità criptata mediante dispositivi BlackBerry “dedicati” e con e-mail che non sarebbero state inviate ma soltanto salvate nella cartella “bozze” affinché l’altro utente in possesso delle credenziali di accesso all’account potesse leggerne il contenuto senza che vi fosse alcun flusso di dati.

Alla luce di questo quadro probatorio e a seguito dell’attracco della “Msc Poh Lin” al porto di Gioia Tauro, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, 300 militari della Guardia di Finanza - sotto la direzione del Comando Provinciale di Reggio Calabria - hanno effettuato il sequestro preventivo e la contestuale perquisizione della citata nave e di circa 1500 containers su quest’ultima imbarcati o scaricati, nonché hanno eseguito numerose perquisizioni in Calabria e in Campania nei confronti di varie persone indagate e hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto 12 soggetti, a vario titolo, responsabili di associazione per delinquere e di traffico illecito di sostanze stupefacenti con l’aggravante della transnazionalità nonché delle finalità mafiose, per avere agevolato l’attività delle cosche della ‘ndrangheta Molè, Piromalli, Alvaro e Crea. Tuttavia il piano concordato dall’organizzazione per il trasbordo non si sarebbe realizzato per un mero caso fortuito, ragione per cui la droga è rimasta nascosta a bordo della nave mercantile.

I MESSAGGI CRIPTATI NELLA CABINA DEL COMANDANTE

A seguito della perquisizione della cabina del comandante della cargoship sarebbero stati rivenuti alcuni foglietti su cui sarebbero stati annotati dei codici alfanumerici per la comunicazione con gli altri membri dell’organizzazione criminale con modalità criptata e gli estremi identificativi di un container con la seguente indicazione: “80 kg”. Pertanto, il container contenente un carico di noci è stato sottoposto a perquisizione riscontrando la mancanza del prescritto sigillo senza, tuttavia, rinvenire la sostanza stupefacente. Nella mattinata odierna i militari del Comando Provinciale di Reggio Calabria, proseguendo le operazioni di perquisizione dei circa 1500 containers fatti appositamente scaricare dalla nave, hanno proceduto all’ispezione di un container proveniente da Coronel (Cile) sottoposto a “transhipment” proprio a Balboa (Panama) e diretto a Valencia (Spagna) con un carico di legname. La perquisizione avrebbe consentito di rinvenire 3 borsoni contenenti 73 panetti di cocaina pura per un peso complessivo pari a 83,140 chili, corrispondenti, di fatto, al quantitativo che l’organizzazione aveva commissionato.

LE MISURE CAUTELARI, I DESTINATARI

A 11 delle persone sottoposte a fermo sono state applicate le seguenti misure cautelari personali: Michele Zito, nato a Gioia Tauro 41enne, custodia cautelare in carcere; Francesco Gioffrè, nato a Taurianova, 42enne alias “Ciccio Cimitero”, custodia cautelare in carcere; Caterina Ursida, nata a Taurianova, 39enne, arresti domiciliari; Ernesto Madaffari, nato a Gioia Tauro, 41enne, alias “orbo” o “ricchiazza”, custodia cautelare in carcere; Antonio Pavia, nato a Gioia Tauro, 38enne, alias “u nanu”, custodia cautelare in carcere; Rosario Cunsolo, nato a Vibo Valentia, 41enne, custodia cautelare in carcere; Giuseppe Nicolaci, nato a Laureana di Borrello, 48enne, custodia cautelare in carcere; Pacifico Belcastro, nato a Gioia Tauro, 31enne, custodia cautelare in carcere; Tomaso Concas, nato a Carloforte, 59enne, arresti domiciliari; Luigia Di Casola, nata a San Giuseppe Vesuviana, 56enne, arresti domiciliari; Gabriello Savarese, nato a Vico Equense, 68enne, alias “lo zio” o “il comandante”, custodia cautelare in carcere.

(ultimo aggiornamento 13:37)