Così le cosche reggine si approvvigionavano di cocaina, 12 fermi
I finanzieri di Reggio Calabria, coordinati dalla Dda, hanno sgominata un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di cocaina che avrebbe operato per conto di potenti cosche della ‘ndrangheta. 12 le persone fermate, sequestrata anche una cargoship.
Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza, con il supporto dei Reparti del Comando Regionale, di quello Aeronavale di Pratica Di Mare e del Comando Provinciale di Napoli, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo calabrese, hanno eseguito nel reggino e nel napoletano 12 fermi di indiziato di delitto.
Gli investigatori ritengono di aver smembrato un’associazione per delinquere transnazionale dedita al traffico di cocaina per conto delle potenti cosche calabresi dei Molè, Piromalli, Alvaro e Crea.
L’operazione, denominata “Vulcano”, rappresenta l’epilogo di un’attività investigativa svolta dalla Sezione Goa del Gico, che avrebbe consentito di accertare non solo l’esistenza del gruppo criminale ma anche la sua struttura: articolata su più livelli, comprensiva di squadre di operatori portuali infedeli e dotata di un’elevatissime disponibilità finanziaria.
L’organizzazione reperiva e acquistava all’estero ingenti quantitativi di cocaina per poi importarli in Italia, prevalentemente attraverso i porti panamensi di Cristobal e Balboa, trasportandoli su cargoship che arrivavano, tra l’altro, nei porti di Rotterdam, Livorno, Napoli, Salerno, Genova e Gioia Tauro. Naturalmente il gruppo si occupava anche della successiva commercializzazione dello stupefacente.
Le indagini hanno consentito, in particolare, di scoprire un nuovo metodo di importazione della cocaina: più sofisticato e, allo stesso tempo, più prudenziale rispetto a quello tradizionale e basato sulla esfiltrazione dello stupefacente attraverso l’aiuto di operatori portuali infedeli che, operando all’interno degli scali effettuano e su precise disposizioni, aprivano i container d’interesse e prelevavano il carico illecito. La cosa sarebbe stata scoperta nel corso di precedenti attività come ad esempio nell’operazione “Puerto Liberado”.
LA COCA TRASBORDATA IN MARE APERTO, LONTANO DA OCCHI “INDISCRETI”
L’associazione trasbordava difatti lo stupefacente in mare aperto, in una zona meno presidiata dalle Forze di polizia, da una cargoship a piccole imbarcazioni. Allo scopo di assicurarsi il risultato sarebbe stata addirittura capace di assoldare il comandante di una nave, la “Msc Poh Lin”, che effettua la tratta “California Express” approdando nei porti panamensi di Balboa e Cristobal, che rappresentano i principali centri di smistamento internazionale della cocaina. A sua volta il comandante sarebbe riuscito a procacciarsi l’incarico in modo da garantire il buon esito delle operazioni di imbarco, il trasporto in Italia e la consegna della cocaina ai soggetti incaricati di prelevarla da parte dell’organizzazione.
Le investigazioni sono state particolarmente complesse a causa degli innumerevoli accorgimenti adottati dai membri dell’associazione per non essere intercettati: ad esempio venivano utilizzate sistematicamente autovetture noleggiate per brevi periodi e si comunicava in modo criptato con dispositivi BlackBerry “dedicati” o con e-mail che non venivano inviate ma soltanto salvate nella cartella “bozze” affinché l’altro utente, in possesso delle credenziali di accesso all’account, potesse leggerne il contenuto senza che vi fosse alcun flusso di dati.
I DESTINATARI DEI FERMI
Alla luce di questo quadro probatorio e a seguito dell’attracco della “Msc Poh Lin” nel porto di Gioia Tauro, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia ieri circa 300 militari della Guardia di Finanza hanno effettuato il sequestro preventivo e la perquisizione della nave, eseguendo inoltre numerose perquisizioni in Calabria e in Campania nei confronti di varie persone che sono indagate per associazione per delinquere e traffico illecito di stupefacenti con l’aggravante della transnazionalità nonché delle finalità mafiose per avere agevolato l’attività delle cosche della Molè, Piromalli, Alvaro e Crea.
Si stratta i particolare di Michele Zito, nato a Gioia Tauro nel 1975; Gioffrè Francesco, detto “Ciccio Cimitero”, nato a Taurianova nel 1974; Caterina Ursida, nata a Taurianova nel 1977; Ernesto Madaffari, detto “orbo” o “ricchiazza”, nato a Gioia Tauro nel 1975; Antonio Pavia, detto “u nanu”, nato a Gioia Tauro nel 1979; Rosario Cunsolo, nato a Vibo Valentia nel 1975; Giuseppe Nicolaci, nato a Laureana di Borrello nel 1968; Pacifico Belcastro, nato a Gioia Tauro nel 1985; Tomaso Concas, nato a Carloforte (CA) nel 1957; Dayana Concas, nata San Giuseppe Vesuviano (NA) nel 1988; Luigia Di Casola, nata a San Giuseppe Vesuviano nel 1960 e Gabriello Savarese, detto “lo zio” o “il comandante”, nato a Vico Equense (NA) nel 1948.