Incarichi all’Asp di Cosenza, Fedir invoca l’intervento della Procura
Da tempo la Fedir, Federazione dei dirigenti e direttivi pubblici, organizzazione sindacale che tutela la dirigenza tecnico/amministrativa di Sanità, Regioni ed Enti Locali, denuncia quella che definisce “l’illegittima gestione dei più importanti incarichi gestionali nell’Asp di Cosenza”.
“A distanza di 4 anni – viene spiegato - il puzzle è stato finalmente completato” e perciò Fedir ha scritto al Collegio Sindacale, (“che mai ha riscontrato le precedenti segnalazioni e nulla ha finora fatto” viene ribadito), alla Procura della Repubblica di Cosenza, alla Corte dei Conti, alla Regione e al commissario straordinario, Massimo Scura.
Dalla Federazione ripercorrono l’iter: "tutto – proseguono dalla Sigla - comincia con l’illegittima rimozione, con delibera 1715/2013 del responsabile della struttura complessa “Affari generali e dipartimento amministrativo”, incarico attribuito ad un dirigente che aveva diritto per legge, al rientro dalla sua aspettativa, a finire l’incarico interrotto oppure ad ottenerne, se quell’incarico non ci fosse stato più, uno equivalente. E, invece, l’Asp cosa fa? Revoca l’incarico legittimamente conferito al dirigente per attribuirgliene uno su una struttura già formalmente soppressa nel lontano 2008”.
Liberando l’incarico della struttura complessa, per la Fedir “l’Asp di Cosenza può così procedere a definire nuovamente e diversamente tutto l’assetto degli incarichi della tecnostruttura amministrativa al termine del quale vengono previste, peraltro in totale assenza dell’obbligatorio atto aziendale approvato dalla Regione, ben 13 strutture complesse contro le 7 previste dal piano regionale di cui alla DPRG 97/2013. In questa operazione non solo non si procede all’obbligatoria ricollocazione sulle strutture previste dal DPGR 97/2013 dei dirigenti già titolari di struttura complessa ma vengono “promossi” anche dirigenti di qualifica inferiore e vengono mantenuti gli incarichi esterni, come nel caso della struttura complessa “gestione infrastrutture e tecnologie”, assegnata ad un esterno pur essendoci ingegneri interni posizionati su strutture non più previste. In definitiva l’Asp ha dunque consapevolmente creato esubero per almeno tre dirigenti”.
La situazione non sarebbe migliorata “con l’emanazione delle nuove linee guida di cui al DCA 130/2015, che – aggiungono dal sindacato - prevede per le funzioni tipicamente tecnico amministrative solo 5 strutture complesse. Ciò ha creato ulteriore esubero di dirigenti. Quindi per effetto di tutto questo giro di valzer sugli incarichi: la direzione del Dipartimento Amministrativo, liberato a seguito della illegittima revoca operata con la delibera 1715/2013, viene affidata all’ing. Nicola Buoncristiano pur essendo una figura tecnica e non amministrativa; la responsabilità degli Affari Generali, ugualmente liberata a seguito della illegittima revoca operata con la delibera 1715/2013, viene affidata all’avv. Carlo Baldini pur essendoci ben due dirigenti che già operavano su tali funzioni presso le ex ASL accorpate nella nuova ASP”.
“Ancor più interessante – secondo Fedir - è l’affidamento allo stesso avvocato Baldini dell’incarico - ad interim - anche dalla struttura complessa “ingegneria clinica”. Il posto era rimasto libero dopo la cessazione dell’incarico (dal 1 ottobre 2016) dell’ing. Buoncristiano. Con la cessazione di Buoncristiano l’avv. Baldini consegue anche la responsabilità del dipartimento amministrativo. Per il solo incarico del dipartimento sia l’ing. Buoncristiano che l’avv. Baldini hanno ottenuto almeno 20 mila euro all’anno in più non solo sullo stipendio ma, per sempre, anche sulla pensione, pur avendo svolto l’incarico, nel caso dell’avv. Baldini che andrà in pensione dal 1 marzo 2017, per soli 6 mesi”.
Ma la gestione degli incarichi amministrativi nell’ASP di Cosenza, secondo la federazione non finirebbe qui: “Ancor più interessante – viene sostenuto - è capire come gli incarichi di coloro che cessano dal servizio vengono riattribuiti. Infatti: Alberto Siciliano, direttore UOC forniture servizi e logistica, il primo gennaio 2017 è andato in pensione. Il suo posto è rimasto vacante. Ma, piuttosto che avviare le regolari procedure di conferimento degli incarichi previste dalle norme, tramite avvisi interni, comparazioni di curriculum, esperienze e varie, l’incarico è stato conferito in via diretta alla dottoressa Maria Acquaviva perché era stata individuata dallo stesso Siciliano per sostituirlo in caso di sua assenza, ma esclusivamente per ferie o malattie o altro impedimento e non certo per il suo pensionamento”.
“Gennaro Sosto (dirigente esterno a tempo determinato, assunto per “mancanza di professionalità interne”) dal 22 aprile 2016 è stato collocato in aspettativa, prerogativa che – spiegano dalla Sigla - spetta solo al personale interno dell’Azienda, con contratto a tempo indeterminato. Invece di attribuire ad altro dirigente dell’azienda la titolarità dell’incarico liberatosi, lo stesso è stato affidato ad interim sempre all’avv. dott. Carlo Baldini. Come già detto, finalmente, in data 1 marzo 2017 andrà in pensione anche il plurititolato (ben 3 incarichi di struttura complessa nonché l’incarico di responsabile del dipartimento amministrativo) avv. Baldini e le funzioni saranno assunte dall’avv. Giuseppe Brogno, incardinato nella struttura complessa Affari legali con il profilo professionale avvocato e titolare presso la stessa della struttura semplice contenzioso, ma sorprendentemente individuato dall’avv. Baldini quale suo sostituto”.
“Peccato che – aggiunge la Fedir - la designazione dell’avv. Brogno quale sostituto non solo è valida esclusivamente per i casi di assenza per ferie, malattia o altro impedimento ma è altresì illegittima perché effettuata nei confronti di dirigente appartenente a struttura diversa da quella di riferimento, ovvero Affari generali. Nonostante la presenza di dirigenti che hanno requisiti e titoli per quei posti, le poltrone nell’ASP di Cosenza sono state e continuano ad essere assegnate allegramente a chi fa più comodo tramite un principio che Fedir definisce di “successione ereditaria”. Il dirigente che va via si sceglie infatti chi gli deve subentrare dimenticando il regolamento aziendale concordato con le Organizzazioni Sindacali che sancisce invece l’obbligo di effettuare avvisi interni per consentire a chi ha i titoli di poter quantomeno ambire a ricoprirli”.
Per la federazione sindacale il “disegno dell’Asp di Cosenza” sarebbe stato “quello di togliere dal proprio posto dirigenti titolati (come nel caso della revoca 1715/2013) per favorire altri dirigenti. E c’è anche il caso dell’avvocato interno dell’azienda a cui da ottobre 2016, improvvisamente dopo anni che ha regolarmente patrocinato per l’Azienda, non vengono affidate più cause che invece vanno a professionisti esterni. La Corte dei Conti soltanto il 17 febbraio scorso ha denunciato le illegittime procedure di conferimento delle cause legali ad esterni ma i suoi dati non hanno di certo potuto tener conto di questo fatto nuovo”.
Fedir, allora, continua a chiedere trasparenza (“tanto più che sul sito dal 2013 non risultano nemmeno pubblicati gli stipendi dei dirigenti” afferma) e diffida il direttore generale, “la cui proposta di nuovo atto aziendale è già stata bocciata per ben 4 volte dalla Regione, a revocare immediatamente gli incarichi illegittimamente attribuiti oltre che intimarlo a risolvere la bruttissima situazione".