Presentazione del documentario “Beni di famiglia”
Il progetto “Nemesis. Topografia delle mafie” realizzato in partenariato tra l’associazione “Antigone-Osservatorio sulla ndrangheta” e l’Associazione Sud/archivio stopndrangheta.it di Reggio Calabria e sostenuto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri è alle battute finali.
Venerdì 24 marzo alle ore 18:30 presso l’ex Fortino Condello, ora sede del Gruppo scout Agesci RC 15, in Via Mercatello 11 ad Archi, presenteremo uno dei risultati più significativi del progetto: il documentario “Beni di famiglia” alla presenza di Nancy Iachino, Consigliera del Comune di RC con delega ai beni confiscati e di Arturo Bova, Presidente della Commissione regionale anti-ndrangheta. Abbiamo fortemente voluto che Nemesis facesse tappa a quello che un tempo era il “Fortino” della famiglia Condello, contrapposta nella guerra di ‘ndrangheta al cartello dei De Stefano.
È proprio in contrada Mercatello, infatti, che è stato ucciso nel 1985 il boss Paolo de Stefano, episodio che diede il via alla seconda guerra di ndrangheta. Raccontare che questo luogo è oggi sede degli scout, dove tanti bambini, adolescenti e adulti si ritrovano e costruiscono assieme percorsi di vita alternativi, è fondamentale in una dimensione di contrasto culturale alla ndrangheta. Questa è solo una delle storie che fa parte del documentario realizzato da Dominella Trunfio e che tende a fare emergere punti di forza e criticità del sistema di assegnazione e gestione dei beni confiscati.
Il lavoro di ricerca, di ascolto e condivisione delle buone e cattive prassi nella gestione dei beni confiscati della provincia di Reggio Calabria è stato il file rouge di Nemesis e ha portato all’elaborazione di diversi prodotti tra cui il percorso multimediale, che include anche una mappa organica dei beni confiscati in provincia di RC con approfondimento su 10 storie particolarmente significative e una pubblicazione finale. Parlare di che cosa si fa nei beni confiscati, che cosa significa riutilizzo sociale e di quanto è importante la riappropriazione del bene da parte della collettività passa anche e soprattutto attraverso la potenza dello story telling.