Operazione Eracle: in manette i rampolli dei clan, raffica di arresti

Reggio Calabria Cronaca

Dopo il blitz di giovedì scorso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata eseguita nei confronti di 15 delle persone già fermate nell’operazione Eracle, durante la quale i Carabinieri e la Squadra Mobile di Reggio Calabria avevano colpito i “rampolli” di alcune delle più importanti famiglie di ‘ndrangheta della zona.

A questi si aggiungono oggi altre quattro persone: Fortunato Caracciolo, nato a Reggio Calabria l’8 aprile 1990 e detenuto per altra causa nella casa circondariale “Filippo Salsone” di Palmi; Domenico Francesco Condello, nato a Reggio Calabria l’1 novembre 1989; Giovanni Magazzù, alias “Muto”, nato a Messina il 21 agosto 1983 e Domenico Stillittano, nato a Reggio Calabria il 17 febbraio 1962 e attualmente detenuto per altra causa nella casa circondariale Panzera del capoluogo.

Gli altri coinvolti raggiunti dal provvedimento emesso stamani dal Gip del capoluogo, su richiesta della Dda, sono invece Luciano Baione, nato a Reggio Calabria il 4 febbraio 1990; Francesco Barbaro, nato a Melito 2 novembre 1994; Enrico Giovanni Barcella, nato a Reggio Calabria il 5 agosto del 1976; Salvatore Falduto, nato a Villa S. Giovanni il 10 settembre 1964; Francesco Ferrante, nato a Reggio Calabria il 7 febbraio 1973; Fabio Vittorio Minutolo, nato a Reggio Calabria il 9 luglio 1978; Andrea Morelli, nato a Reggio Calabria il 6 settembre 1982; Cosimo Morelli, nato a Reggio Calabria il 27 maggio 1980; Fabio Morelli, nato a Melito Porto Salvo il 19 aprile 1988; Domenico Nucera, nato a Reggio Calabria l’1 giugno 1981; Antonino Saladino, nato a Reggio Calabria il 9 giugno 1987; Fabio Caccamo, nato a Melito di Porto Salvo il 31 luglio 1979; Basilio Cutrupi, nato a Reggio Calabri il 7 maggio 1986; Michele Panetta, nato a Reggio Calabria il 3 luglio 1986 e Giuseppe Emanuele Pecora, nato a Reggio Calabria il 5 gennaio 1985.

In particolare l’associazione mafiosa viene contestata a Domenico Stillitano che, ritenuto a capo dell’omonimo clan, avrebbe continuato ad impartire ordini anche dal carcere; ed a Fortunato Caracciolo che, secondo gli inquirenti, avrebbe fatto parte dell’associazione promossa ed organizzata da Domenico Nucera. Sempre Caracciolo, inoltre, avrebbe partecipato, agli ordini di Nucera, alle attività di “Buttafuori” e sarebbe coinvolto, con un ruolo di primo piano, nel ferimento di Andrea Facciolo, avvenuto nell’agosto del 2015.

Giovanni Magazzù, invece, deve rispondere di traffico di stupefacenti: si ritiene abbia avuto un ruolo di primo piano nel traffico e nello spaccio di droga a Reggio Calabria.

Infine, Domenico Francesco Condello è accusato di associazione a delinquere: insieme a Domenico Nucera avrebbe organizzato delle corse clandestine di cavalli e sarebbe responsabile di maltrattamenti agli stessi animali oltre che di esercizio abusivo della professione, avendo somministrato o ordinato di dare farmaci ai cavalli per potenziarne il rendimento. Inoltre, avrebbe organizzato un giro di scommesse correlate alle stesse corse. La stalla utilizzata come ricovero degli animali utilizzati era nella disponibilità della sua famiglia.