Al via “Un’estate tra Arte e Fede nella Diocesi di Locri – Gerace”
Si è svolta ieri sera, presso la Cattedrale di Gerace, alla presenza di Francesco Oliva, Vescovo della Diocesi di Locri e Gerace, la conferenza stampa di presentazione al pubblico del progetto di studio e restauro “Un’estate tra Arte e Fede nella Diocesi di Locri - Gerace”. Il progetto si svolgerà dal 17 luglio al 14 agosto, presso la cittadella Vescovile di Gerace.
Le finalità dell’intervento saranno quelle di stimolare strategie di sviluppo e valorizzazione dei beni culturali della Diocesi di Gerace – Locri attraverso un approccio multidisciplinare che andrà a coinvolgere, ad ampio spettro, le competenze di specialisti nel settore del patrimonio culturale, promuovendo la condivisione del sapere. Va rimarcato il carattere identitario dell’iniziativa, che intende elevare il valore della cultura locale e della tradizione artistica e religiosa del territorio, in modo tale che sia proprio la Calabria, e in particolare la Diocesi di Locri-Gerace, con la sua specificità, a costituire il carattere distintivo degli interventi, coinvolgendo anche gli studenti della Diocesi, il cui percorso formativo universitario comprenda le discipline interessate, in modo tale che le giovani generazioni di locresi si prendano cura del proprio patrimonio di arte, fede e storia, facendosi carico di un recupero che possa divenire il luogo del loro riscatto.
II tirocinio formativo in questione fa parte integrante del progetto di studio e restauro promosso proprio da monsignor Francesco Oliva, Vescovo della Diocesi di Locri Gerace, ideato da Giuseppe Mantella, coordinato insieme a don Fabrizio Cotardo e don Angelo Festa, in collaborazione con MiBACT (Segretariato Regionale della Calabria), Regione Calabria, Città Metropolitana di Reggio Calabria, Comune di Gerace, con l’adesione per la collaborazione scientifica del Dipartimento PAU dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, del dipartimento di arte, facoltà di lettere, insegnamento di Restauro dei materiali dell’Università di Trento e Verona, della pontificia università gregoriana, dell’Accademia di belle arti dell’Aquila. Iil principale obiettivo sarà quello di promuovere la conoscenza, il recupero, il restauro, la conservazione e la restituzione, ove possibile, alla loro funzione, dei manufatti storico-artistici di interesse sacro e religioso, individuati come particolarmente bisognosi di attenzione all’interno del territorio della Diocesi di Locri-Gerace.
Come da programma, nel corso del progetto si andranno a recuperare degli elementi architettonico-decorativi costituenti gli altari barocchi in marmi policromi, pertinenti alla Cattedrale di Gerace, rimossi nel corso del XX secolo poiché considerati incongrui con le forme rigorose e spoglie della struttura romanico-normanna; la prima operazione sarà la ricognizione dei pezzi erratici, già in parte individuati negli locali attigui alla Cattedrale e nel giardino del convento dei Cappuccini a Gerace, la loro messa in sicurezza, lo studio e il possibile rimontaggio. La storia degli altari sarà ricostruita grazie a indagini storico-archivistiche, mentre attraverso il rilievo grafico, digitale e 3D dei singoli pezzi si potrà avere un quadro preciso ed esauriente delle parti da ricomporre, anche in modo virtuale, in previsione della loro ricollocazione museale.
Di particolare interesse sarà l’analisi della tecnica esecutiva degli intarsi marmorei che compongono le specchiature decorative delle mense liturgiche: le tarsie, incollate con colofonia, sono oggi in molti casi soggette a collassamento, con conseguente e paventato distacco. La ricognizione, la catalogazione e la messa in sicurezza dei singoli elementi delle antiche crustae marmoree si pongono dunque come necessario e imprescindibile momento del progetto conservativo. Inoltre, verrà eseguito lo studio e il conseguente intervento manutentivo e/o restauro di altri manufatti: dipinti su tela (XVII-XVIII sec.), sculture lignee (XVIII-XIX sec.), paramenti liturgici (XVIII sec.), manufatti in argento (ostensori e reliquiari del XVII secolo), una scultura in marmo del XVI secolo.
Si procederà quindi alla verifica delle condizioni conservative e all’analisi dei materiali costitutivi, al fine di predisporre ed eseguire un’accurata campagna diagnostica e conservativa e procedere poi alla messa in sicurezza e restauro. Studio e restauro saranno mirati a restituire ai manufatti le loro originali funzioni, consentirne la fruizione pubblica e la loro corretta conservazione. Durante il tirocinio, alle attività pratiche si affiancheranno sopralluoghi, lezioni e seminari tematici di approfondimento, tenuti da docenti e specialisti del settore. Gli enti preposti alla tutela – Soprintendenza e Diocesi – saranno chiamati a fornire indirizzi e direttive e successivamente a coordinare le fasi degli interventi, affinché il progetto che si intende avviare sia davvero di ampio respiro.
Per la riuscita del progetto si è attinto ai più diversi contesti formativi nel campo della conservazione e dello studio dei beni culturali: Dipartimento Patrimonio, Architettura, Urbanistica (PAU) dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria (Francesca Martorano, Franco Prampolini); Università di Trento e Verona, Dipartimento di Arte, Facoltà di Lettere, insegnamento di Restauro dei materiali (Sante Guido); Dipartimento dei Beni Culturali, Facoltà di Storia e Beni Culturali della Pontificia Università Gregoriana (Ottavio Bucarelli), insieme alle Scuole per restauratori ed assistenti restauratori attive in Italia ed all’Estero.