Gioia Tauro, reintegrato dopo 10 anni lavoratore della Coompar Scarl
Era stato licenziato per “pretestuosi motivi disciplinari nel 2005”, il lavoratore della Coopmar Scarl di Gioia Tauro che è stato reintegrato al posto di lavoro. La notizia è di Domenico Laganà, segretario generale della Filt Cgil. Il licenziamento secondo Laganà sarebbe stato attuato perché il lavoratore “avrebbe richiesto le mensilità arretrate usando frasi che la società aveva ritenuto oltraggiose e intimidatorie”. Ma impugnato il licenziamento, il Tribunale del Lavoro di Palmi, ha accolto il ricorso, e ha ritenuto illegittimo il licenziamento disponendo la reintegrazione del lavoratore.
La società ha proposto appello avverso al sentenza di primo grado, ma la Sezione Lavoro della Corte di Cassazione ha accolto in toto le censure sollevate alla sentenza, ritenendo fondato il ricorso e disponendo la cassazione della sentenza con rinvio alla Corte d’ Appello di Catanzaro, perché decidesse nel merito uniformandosi ai principi di diritto fissati nella sentenza dalla Suprema Corte. Proprio ieri la Corte d’Appello di Catanzaro ha disposto la conferma della sentenza di primo grado e, quindi la reintegra del lavoratore, il versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali e il risarcimento ammontante a circa dieci anni di retribuzione non corrisposta, detratto un breve periodo in cui per vicende non connesse al rapporto di lavoro, il lavoratore era stato sottoposto a detenzione. In conclusione il lavoratore ha riottenuto il posto di lavoro e circa dieci anni di retribuzione non corrisposte che erano state perse per il licenziamento di cui la Corte di Cassazione ha stabilito l’illegittimità.