Furto, armi e droga: in cinque finiscono in manette
Quattro persone arrestate ed un quinto indagato che era dapprima irreperibile. Le accuse, a vario titolo, vanno dal furto aggravato in concorso, al porto e detenzione di armi, traffico e detenzione di stupefacenti e sommersione di natante.
In tre sono finiti in carcere: padre e figlio di 52 e 23 anni, Michele e Gerardo Furfaro (a cui viene contestato il furto e il traffico e detenzione di droga), e Michele Circosta, di 55 anni (indagato invece per la cessione di un’arma); per gli altri due sono stati invece disposti i domiciliari: si tratta di Carmelo Gallucci e Giovanni Grasso, entrambi 25enni (l’ultimo si è costituito stamani ai militari, il primo indagato per furto ed il secondo per porto d’armi i luogo pubblico, esplosione di colpi e sommersione di natante).
Il provvedimento di oggi arriva dopo delle investigazioni avviate nel maggio dell’anno scorso dai Carabinieri di Gioia Tauro - sotto il coordinamento della Procura di Palmi - che avrebbero consentito di far luce su alcuni episodi commessi nella Piana tra maggio e luglio del 2016.
IL FURTO DEI NOTEBOOK
Le indagini, eseguite anche con intercettazioni telefoniche ed ambientali, partono dalla denuncia per il furto di ben 22 notebook, del valore complessivo di circa 10 mila euro, sottratti all’Istituto Comprensivo Paolo VI-Campanella di Gioia Tauro, nella notte tra il 21 ed il 22 maggio del 2016.
Gli investigatori allora analizzarono subito le immagini della video sorveglianza e acquisirono i tabulati telefonici dei sospettati di essere gli autori. In poco tempo, così, individuarono il veicolo con il quale i malfattori avevano commesso il furto raccogliendo poi dei gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati.
L’attenzione dei militari si è poi concentrata su altre persone ritenute vicine ai due principali indiziati, Gerardo Furfaro e Carmelo Gallucci, acquisendo elementi di prova anche a carico dei due Furfaro, per i quali sarebbe stato accertato il loro pieno coinvolgimento nella produzione e coltivazione di una piantagione composta da oltre 3800 piante di canapa indiana del tipo olandese nana, coltivata in un terreno di contrada Carmine di Rosarno e per la quale, l’8 luglio del 2016, era stato arrestato, in flagranza, Giuseppe Furfaro, fratello di Michele.
L’AFFONDAMENTO DEL GOMMONE
L’indagine avrebbe poi portato gli inquirenti a far luce su altri episodi, tra cui quello della cessione di una pistola calibro 9 della Luger, da parte di Circosta, e a ricostruire una vicenda, fino ad allora rimasta irrisolta, relativa all’affondamento di un natante, avvenuto il 1 luglio dell’anno scorso nel tratto di mare antistante la spiaggia del Comune di S. Ferdinando: fatto imputato a Giovanni Grasso che insieme ad altri soggetti non ancora identificativi avrebbe esploso contro diversi colpi d’arma da fuoco.
Gli investigatori sostengono che in quell’occasione Grasso, assieme ad altri quattro giovani, dopo essersi ubriacati, si sarebbero messi a bordo di un natante ed avevano sparato riuscendo ad affondare un gommone. Le esplosioni però furono subito segnalate ai Carabinieri che, in un intervento congiunto con la Capitaneria di Porto, riuscì a fermare a riva solo Grasso, arrestandolo per resistenza a pubblico ufficiale. Gli altri, invece, riuscirono a darsi alla fuga senza essere identificati.
Al termine delle i destinatari delle misure cautelari in carcere, sono stati accompagnati nella Casa Circondariale di Palmi mentre Gallucci, sottoposto ai domiciliari, è stato portato nella sua abitazione. Si attendono ora gli interrogatori di garanzia.