Caccia anticipata, Wwf: la Regione risponde solo a interessi di parte
“La Regione Calabria ha approvato il calendario venatorio, cioè i periodi di fucilazione della fauna selvatica, nella stessa giornata in cui ha chiesto la dichiarazione dello stato di calamità naturale per i danni subiti dall’agricoltura a causa della devastante siccità. La Giunta in carica, da una lato si preoccupa della sorte di olive e cipolle, ma nello stesso tempo dimostra per l’ennesima volta il più completo disinteresse per gli animali selvatici, sacrificati, come al solito, per compiacere la categoria dei cacciatori”.
Con questo inciso il Wwf dalla Calabria interviene polemicamente sulla notizia dell’anticipo della prossima stagione venatoria e sottolineando come la Regione, “incurante degli incendi che stanno incenerendo la regione, di fronte a previsioni meteorologiche che segnalano ancora settimane di catastrofiche ondate di caldo e di siccità mai registrate in passato … come se nulla fosse, autorizza addirittura l’apertura anticipata al 2 settembre e, come se non bastasse, regala agli ecologisti col calibro 12 il prolungamento della caccia fino al 10 febbraio limitatamente alle specie dei Corvidi (sic!)”.
“Già immaginiamo– proseguono gli ambientalisti – tutti gli estimatori delle squisite carni di Piche, Cornacchie e Carcarazze, approfittare delle giornate in più elargite dalla Regione a febbraio per dedicarsi alle loro prede preferite, astenendosi scrupolosamente dall’insidiare Tordi, Beccacce e Colombacci”.
Quanto all’apertura della caccia di settembre, anticipata di 17 giorni rispetto a quanto prevedrebbe la legge, il Wwf si dice poi “curioso” curiosi di sapere dai tecnici regionali quante coppie di tortora, colombaccio e quaglia (specie indicate come cacciabili in anticipo) si sono riprodotte quest’anno in Calabria; qual è stato il successo riproduttivo di queste specie, tale da consentire un prelievo anticipato e quindi aggiuntivo, rispetto a quello normale indicato dalla legge; qual è e quale sarà fino a settembre il possibile danno subito dalle coppie riproduttive e dai giovani nati, a causa della siccità e degli incendi; e, infine, sulla base di quale criterio scientifico sia stata anticipata la caccia a queste specie “quando – affermano - siamo nel pieno della stagione estiva e dunque quando i fattori limitanti naturali (incendi e siccità) ridurranno ancora le popolazioni animali”.
Il Wwf chiede poi alla Regione “cosa dovrebbe accadere per applicare quell’articolo 19 della legge 157/92 che consente alle regioni di vietare o sospendere la caccia per particolari condizioni climatiche o ambientali, visto che, quando fa freddo e nevica, si continua a sparare, e quando la Calabria brucia, la caccia si apre prima e si chiude dopo? Un cataclisma? La caduta di un meteorite?”