Caccia anticipata e Calabria in emergenza incendi, Wwf ricorre al Tar
“L’esclusione di qualsiasi ipotesi di apertura anticipata della caccia a qualsiasi specie; il divieto di attività venatoria per tutto il mese di settembre per consentire agli habitat e alla fauna di recuperare condizioni fisiologiche soddisfacenti; una verifica dopo il mese di settembre per valutare la situazione; un’azione capillare di contrasto al bracconaggio”.
È quanto chiede il Wwf in una lettera inviata al Ministro dell’Ambiente e ai presidenti delle Regioni per chiedere una limitazione dell’attività venatoria nella stagione 2017-2018. Tale iniziativa assume un significato particolare per quanto riguarda la nostra regione, certamente tra le più colpite dalla siccità e dagli incendi che anche in queste ore stanno divorando boschi e campi, assediando interi centri abitati e mettendo in pericolo la vita stessa dei cittadini.
Per quanto riguarda gli incendi risulta che sono andati distrutti dal fuoco nel solo mese di luglio oltre 65.000 ettari, comprese estese zone particolarmente pregiate per ricchezza di biodiversità come quelle di Parchi, Siti Natura 2000 e Oasi.
“Di fronte a questo quadro catastrofico - riporta la nota del Wwf - che ha indotto la Regione Calabria a chiedere lo stato di calamità naturale per i danni incommensurabili subiti dal comparto agricolo e della zootecnia, lo stesso ente amministrativo ha deliberato di aprire addirittura in anticipo la caccia il 2, 3 e 10 settembre, e di posticiparne la chiusura al 10 febbraio, con la scusa di contrastare il “gravissimo pericolo”.
Spiega infatti il Wwf nella lettera ai governatori: “Un comprensibile allarme è stato lanciato anche dalle associazioni degli agricoltori per lo stato di difficoltà in cui versano gli animali da allevamento, a causa del caldo, della scarsità di acqua, di pascoli, di fieno. Se questa è la condizione degli animali allevati, curati dall’uomo, è altamente plausibile che il patrimonio faunistico nazionale si trovi in larga misura in una condizione di stress che lo rende altamente vulnerabile rispetto ad ulteriori diverse pressioni”.
“La situazione sarà ancora peggiore per gli uccelli migratori che, da questo mese, iniziano il viaggio verso l’Africa. Questi troveranno, in particolare nelle regioni del centro e del sud, in molte delle tradizionali aree di sosta e alimentazione situazioni altamente mutate e critiche, (boschi distrutti dagli incendi, fiumi e zone umide in secca, diffusa siccità, inaridimento) - continua la lettera del WWF - i numerosi incendi di questo anno, così come gli incendi degli anni passati, comportano una riduzione degli spazi di caccia poiché le aree percorse da incendi devono essere per legge sottratte all'attività venatoria: questo comporta che un numero più elevato di cacciatori si concentri nelle restanti aree aperte alla caccia”.
Il Wwf presentando un ricorso al Tar a riguardo conclude la sua lettera chiedendo ad ogni Regione, in base alle condizioni locali “un divieto dell’attività venatoria su tutto il territorio regionale, limitazioni temporali e/o spaziali alla caccia a determinate specie, il blocco dei ripopolamenti fino a data da destinarsi, per non sottrarre importanti risorse trofiche alla fauna già presente e blocco di qualsiasi forma di addestramento cani da caccia e di gare cinofile che costituiscono ulteriori fattori di stress per le popolazioni selvatiche” - come già suggerito in passato.