Lavori pubblici a rischio infiltrazioni. Dia: sotto la lente appalti per 11 miliardi di euro
35 mila le aziende monitorate e altri 200 mila i controlli effettuati su persone fisiche collegate a quest’ultime: questo il bilancio dell’attività, nell’ultimo anno, della Dia, la Divisione investigativa antimafia, nel delicato quanto “rischioso” settore degli appalti pubblici, spesso attrattori dei famelici appetiti della criminalità organizzata, ‘ndrangheta in primis.
Gli investigatori hanno eseguito una sessantina di accessi ai cantieri, controllando oltre 1700 soggetti, quasi 700 imprese e più di 1400 mezzi impiegati in appalti del valore complessivo di oltre 11 miliardi di euro.
Un bilancio che ha permesso così alle Prefetture competenti di emanare ben 168 interdittive antimafia e 28 dinieghi di iscrizione alle cosiddette white list.
Un’intensa e proficua attività, dunque, che si inserisce nel percorso avviato negli ultimi anni dal Governo, che ha posto la Direzione Investigativa Antimafia in una posizione centrale nell’ambito del dispositivo di prevenzione e contrasto, e assicurare all’Autorità Giudiziaria e Prefettizia un apporto informativo e di analisi di assoluta rilevanza, in virtù del “suo patrimonio comune”, gestito a livello centrale dall’Ocap.
L’Osservatorio Centrale sugli Appalti Pubblici, difatti, è una struttura interna alla Dia che è chiamata ad assolvere le funzioni di collettore degli elementi informativi raccolti dai diversi organismi di controllo nel corso delle operazioni di accesso e monitoraggio delle opere pubbliche.
“Un modello operativo – spiegano gli investigatori - praticato positivamente, ad esempio, in occasione di “Expo Milano 2015” o del “Giubileo straordinario della Misericordia”, e da ultimo replicato per la ricostruzione delle località dell’Italia Centrale colpite dai recenti eventi sismici”.
Ricostruzione per la quale il Ministro dell’Interno, dal dicembre 2016, ha assegnato alla Dia un ruolo “baricentrico” nello svolgimento delle attività di raccolta degli elementi funzionali al rilascio dell’informazione antimafia.