Reggio Calabria: sequestrati tre immobili ad imprenditore accusato di frode fiscale

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Nei giorni scorsi i finanzieri del Gruppo reggino, a conclusione di una verifica fiscale nei confronti di una società di Reggio Calabria operante nel settore dell’editoria, hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria l’amministratore per il reato di frode fiscale in quanto avrebbe utilizzato nella dichiarazione dei redditi ed iva presentata per gli anni 2008 e 2009 fatture per operazioni mai effettuate al fine di non pagare le imposte e poter richiedere il rimborso del credito fittiziamente creato. Nel corso dell’ispezione, infatti, l’attenzione dei finanzieri si era concentrata su alcune anomalie contabili in riferimento alla fornitura di beni e servizi da parte di due società aventi sede in Lombardia ed in Piemonte che avevano emesso decine di fatture per un totale complessivo di circa 2 milioni e mezzo di euro.

LE INDAGINI | I successivi riscontri effettuati per il tramite dei reparti della Guardia di Finanza di Milano, Gorgonzola (MI) e Domodossola hanno permesso di accertare che le due imprese di fatto non erano mai esistite ed i loro rappresentanti erano completamente sconosciuti al fisco. Le prove raccolte erano così determinanti per procedere alla denuncia di T.F.S. 48 anni (amministratore e socio dell’impresa) alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria nonché ad inoltrare al Sost. Proc. Francesco Musolino, titolare dell’indagine, una richiesta di sequestro preventivo per un equivalente di 300 mila euro pari alla somma dell’imposta evasa. Il GIP. del Tribunale di Reggio Calabria – Dr. Antonio Laganà – accogliendo la richiesta, emanava il provvedimento di sequestro su tre appartamenti di proprietà dell’indagato fino a concorrenza della somma. In buona sostanza, l’operazione portata a termine dai finanzieri del Gruppo di Reggio Calabria, ha permesso al Giudice di disporre nei confronti dei presunti truffatori, il sequestro finalizzato alla successiva confisca, di beni ovvero di un valore corrispondente alla frode posta in essere. In tal modo si realizza il concreto recupero delle somme illecitamente percepite in favore dei bilanci pubblici e delle imprese che operano nella legalità e che a volte si trovano a competere in condizioni di svantaggio.