“Help me”: la richiesta disperata di uno straniero sfruttato. Cutrese denunciato per “caporalato”
“Help me”: una piccola frase, un “aiutatemi” detto in inglese, unica lingua conosciuta per poter gridare la sua disperazione, il suo terrore, il suo disagio. È la frase con cui uno straniero, un giovane pakistano, ha accolto gli uomini della Guardia di Finanza una volta rintracciato tra le campagne impervie di Cutro, nel crotonese.
Dietro questo semplice appello una storia di sfruttamento del lavoro in condizioni degradanti e la denuncia per “caporalato” di un 55enne cutrese (B.D.), con precedenti proprio per maltrattamenti sugli stranieri.
Tutto parte nella notte tra venerdì 18 e sabato 19 agosto scorsi, quando le fiamme gialle hanno fatto scattare un’operazione, denominata “Radici”. Il bliz inizia da una telefonata arrivata al 117 da parte di un cittadino extracomunitario; a notte inoltrata l’operatore della sala operativa raccoglie la richiesta disperata di aiuto del ragazzo pakistano che racconta, in inglese, come da giorni fosse costretto a lavorare in un’azienda agricola in condizioni lavorative ed in una situazione alloggiativa particolarmente degradanti.
Compresa la gravità della situazione scatta così l’intervento dei militari crotonesi che, coordinati dalla Procura della Repubblica, passano al setaccio una vasta area rurale, nell’agro del comune di Cutro, rastrellando oltre 10 chilometri di territorio campestre, durante la notte, tra la fitta vegetazione, rovi, correnti d’acqua e canneti, riuscendo alla fine ad individuare il pakistano che, ancora terrorizzato, all’arrivo dei finanzieri continuava a pronunciare accoratamente “help me”.
Le Fiamme Gialle hanno rassicurato il ragazzo confortandolo con il supporto psicologico e contestualmente accertano la veridicità del suo racconto, scoprendo delle violazioni della normativa in materia di sicurezza ed igiene nei luoghi di lavoro che gli stessi investigatori definiscono “a dir poco inappropriate”.