Paradiso (Anlc) dichiara guerra alle associazioni ambientaliste
È ormai iniziato il conto alla rovescia, il 2 settembre si darà avvio alla nuova stagione venatoria. Tante le aspettative dei seguaci di Sant’Uberto, ma anche tante le incertezze, dovute per una serie di problematiche che si ripropongono ormai anno per anno, attenuando gli entusiasmi di chi, appassionato di arte venatoria, ama trascorrere momenti di vita a diretto contatto con la natura.
“A nostro modesto parere - dichiara il presidente Provinciale Anlc, recentemente riconfermato alla carica per il prossimo quadriennio - i cacciatori, quali fruitori del sistema, con la loro esperienza dovrebbero assolvere ancor di più un ruolo di primo piano nel sistema di valorizzazione, di tutela e di salvaguardia del territorio. Basti solo pensare al problema incendi. Siamo convinti che una maggiore presenza dei cacciatori nei boschi e nei territori a vocazione venatoria, eviterebbe il verificarsi di questi numerosi atti criminali compiuti dai piromani, come si sta verificando giorno per giorno negli ultimi due mesi”.
“I sistemi da mettere in atto dovrebbero basarsi sull'impegno concreto di tutte le categorie: agricoltori, ambientalisti e cacciatori, - continua il presidente Paradiso - invece così non è. Anche quest’anno, infatti, con l’apertura della stagione venatoria puntualmente gli ambientalisti/animalisti hanno ripreso le solite battaglie anti-caccia. Basta vedere le battaglie che stanno facendo negli ultimi giorni con attacchi a 360° compreso la richiesta di abolire la pre-apertura alle specie estatine ed ai corvidi, cosa veramente inammissibile per chi conosce un po’ la materia. Tortora, Colombaccio e Quaglia, infatti, vivono in paesi molto più caldi del nostro (Africa settentrionale) e compiono 300-400 km di volo per arrivare da noi. Dire che possono avere problemi di approvvigionamento idrico o per le alte temperature è una barzelletta. Si tratta semplicemente di un pretesto per fare un ulteriore sopruso al mondo venatorio. In merito a ciò, si è comunque arrivati ad un compromesso, la Giunta Regionale, infatti, in data 30 agosto 2017, su invito dell’Ispra, ha deliberato la modifica del calendario venatorio 2017/2018 per la situazione meteo-climatica ed idrologica verificatasi sul territorio regionale a causa della siccità e degli incendi che hanno interessato in questa stagione estiva larghe aree della Calabria. La limitazione dell'attività venatoria riguarderà solo le giornate di pre-apertura del 2, 3 e 10 Settembre 2017, durante le quali l'orario di caccia sarà ridotto da un'ora prima del sorgere del sole fino alle ore 13,00.” estiva larghe aree della Calabria.
La limitazione dell'attività venatoria riguarderà le giornate di pre-apertura del 2, 3 e 10 Settembre 2017, durante le quali l'orario di caccia sarà ridotto da un'ora prima del sorgere del sole fino alle ore 13,00." estiva larghe aree della Calabria.
La limitazione dell'attività venatoria riguarderà le giornate di pre-apertura del 2, 3 e 10 Settembre 2017, durante le quali l'orario di caccia sarà ridotto da un'ora prima del sorgere del sole fino alle ore 13,00."
Pasquale Paradiso continua: “come se non bastasse, il Wwf Calabria ha fatto ricorso contro la Regione Calabria nella persona del presidente della Giunta Regionale impugnando il Calendario Venatorio approvato dalla Giunta Regionale con decreto n. 328 del 25.07.2017. Diversi i punti oggetto del ricorso, nonostante detto Calendario sia stato approvato con le indicazioni dei portatori d'interesse (ivi comprese le associazioni ambientaliste) accolte in sede di Consulta Faunistica-Venatoria Regionale nelle sedute del 3 maggio, 5 e 12 giugno u.s. e con il parere espresso dell’Ispra. In merito a ciò, l’Ancl di Cosenza ha conferito mandato allo Studio Legale Morcavallo per la costituzione in giudizio nell'udienza al Tar della Calabria che si terrà il prossimo 14 settembre.”
Tuona il presidente Paradiso: “non ci faremo di certo intimorire dalle puntuali quanto assurde pretese che le varie associazioni ambientaliste/animaliste ogni anno formulano. Faremo di tutto ed utilizzeremo ogni forma di tutela in difesa della caccia affinché siano garantiti i diritti di migliaia i cacciatori onesti che intendono esercitare la loro amata passione nel rispetto delle leggi e delle regole”.
“Sono 8.550 gli appassionati di arte venatoria nella provincia di Cosenza – prosegue la nota - non ci faremo certamente intimorire dalle puntuali quanto assurde pretese che le varie associazioni ambientaliste ogni anno formulano. Faremo di tutto ed utilizzeremo ogni forma di tutela in difesa della caccia affinché siano garantiti i diritti di migliaia di cacciatori onesti che intendono esercitare la loro amata passione nel rispetto delle leggi e delle regole per diversi anni si è giocato sul fatto delle competenze tra Regione, Provincia e Atc con il conseguente ‘scaricabarile’ tra di loro; negli ultimi due anni invece sul fatto del passaggio di competenze dalla Provincia alla Regione. Passaggio avvenuto in modo lento, macchinoso e disordinato. Ma, adesso che la Provincia non ha più alcuna competenza in materia venatoria (precisamente dal 1 agosto 2015), la Regione non può sottrarsi dai suoi compiti e soprattutto dalle sue responsabilità.”
“La nostra linea programmatica è, da sempre – ribadisce Paradiso - basata in difesa della caccia, con onore e senza alcuna vergogna. Dopo tanti anni fatti di difese, riduzioni e rinunce al fine di avere un dialogo costruttivo, dialogo mai considerato dal mondo animalista, la Libera Caccia ha deciso di alzare la testa e rivendicare tutti i nostri diritti senza alcun sconto. Poco importa se siamo stati dipinti da altre associazioni venatorie come estremisti e che remiamo in controtendenza al naturale andamento dei tempi. Siamo fieri, invece, di voler con ogni determinazione la caccia libera in un territorio libero con l’incremento di tempi di caccia e di specie cacciabili, la riduzione dei perimetri dei Parchi e il loro accesso per le attività cinofile”.
“Le altre associazioni dovrebbero invece vergognarsi del loro operato, avendo infatti stretto un “Patto” con alcune associazioni ambientaliste tra cui Legambiente, rafforzando la posizione animalista a discapito nel nostro amato sport”.
“I fatti dimostrano che le nostre scelte sono state sensate e che alleati in campo venatorio non ne abbiamo, anzi, se questi sono, ne possiamo tranquillamente fare a meno. Con grande orgoglio possiamo sostenere che continuiamo ad essere l'unico, vero, Sindacato dei cacciatori e che lotteremo fianco a fianco con tutti coloro che ritengono la caccia un bene prezioso da salvaguardare e trasmettere alle generazioni future. Un bene culturale e tradizionale ma anche tecnico, scientifico e gestionale di cui la società moderna non può davvero fare a meno”.