Mezza tonnellata di coca in soli tre giorni, altri 216 kg scovati nel porto di Gioia Tauro
Mezza tonnellata di cocaina purissima che in tre giorni è transitata dalla Calabria. Almeno quella intercettata e sequestrata finora nel porto reggino di Gioia Tauro.
Appena sabato scorso, nascosti tra caffè e spezie, 218 chili per un valore sul mercato di oltre 40 milioni di euro. Stamani altri 216 kg scoperti in un container contenente sacchi di gomma in granuli. E di nuovo un carico in arrivo dal Sud America: 10 borsoni con dentro 200 panetti della sostanza letale.
A fare la scoperta, come ormai di consuetudine, i finanzieri del capoluogo e i funzionari dell’Agenzia delle Dogane, che sotto la continua spinta propulsiva della Direzione Distrettuale Antimafia, non demordono nella dura lotta al narcotraffico internazionale.
UN FIUME DI DROGA che in poco più di 72 ore è stato così sottratto alle grinfie della criminalità organizzata che certamente ne avrebbe sfruttato i proventi milionari.
Basti infatti pensare che mentre all’origine un chilo di foglie di coca viene venduto dal coltivatore ad appena 78 centesimi, lo stesso quantitativo, una volta raffinato definitivamente, ha un costo di 1.800 euro per il produttore che riesce a cederlo ai grossisti americani o europei tra i 25 ed i 30 mila euro.
Considerando che la cocaina può essere tagliata fino ad aumentarne il peso di ben quattro volte e che allo spaccio al minuto un solo grammo è ceduto per circa 100 euro, è facile immaginare quanto siano imponenti i volumi di denaro incamerati da chi ne gestisce il traffico.
Denari che, una volta reinvestiti e riciclati – spiegano gli stessi investigatori - sono in grado di inquinare pesantemente i circuiti legali dell’economia e di alterare le condizioni di concorrenza, sottraendo opportunità di lavoro alle imprese che rispettano le regole.
Dall’inizio dell’anno, in questo senso, il sequestro di più di una tonnellata e mezzo di cocaina, ha permesso di infliggere alla ‘ndrangheta delle rilevantissime perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che dei mancati guadagni.
La droga scoperta complessivamente, una volta lavorata ed immessa in commercio e raggiunte le piazze di spaccio, avrebbe fatto guadagnare alle cosche oltre 650 milioni di euro.