Lettera aperta al sindaco di Crotone
Mi riferisco, all’ordinanza (n. 251) emessa dal Sindaco di Crotone, in merito all’ Estumulazione ordinaria delle salme, nel cimitero cittadino, poste nel muro di cinta del vecchio cimitero, per la scaduta concessione cinquantennale. Premesso che questa mia non vuole essere una protesta a quanto esposto nella Sua ordinanza, ma soltanto dare una suggerimento, se la causa del provvedimento sopra citato è la mancanza di spazio per sistemare le salame dei nostri cari. L’azione prevista, a mio parere, sembra la meno opportuna, in quanto se da un lato cerca di risolvere il problema “spazio”, da un altro lato cancella la memoria dei nostri progenitori. Una società civile non dovrebbe per nessuna ragione scegliere questa soluzione. “Un popolo che non ha memoria del suo passato, non ha nessuna speranza per il suo futuro”. La soluzione potrebbe essere quella di lasciare i “loculi” ai familiari esumando la salma del proprio caro estinto e creare nello stesso loculo delle celle per ospitare le altre salme della stessa famiglia. In questo modo, verrebbero liberati i loculi dei parenti che si trovano in luoghi diversi del cimitero, lasciando liberi nuovi posti e, nello stesso tempo, dare ad ogni famiglia la possibilità di ritrovarsi sempre uniti. Questo, a mio parere, sarebbe non solo una lezione di civiltà da poter essere imitata dagli altri Comuni, ma soprattutto la consolazione di trovare tutti insieme i componenti dello stesso nucleo familiare. In futuro, basterebbe comprare un loculo intestato al capo famiglia: mettere la salma nella fredda terra per un certo periodo di tempo e successivamente sistemarla nel loculo (diviso in celle) familiare, in attesa che la stessa sorte avvenga per gli altri componenti. Questo è il mio suggerimento. Si realizzerebbe così un principio di equità, in quanto non solo le “Cappelle – Gentilizie” avrebbero il privilegio di avere i uniti i propri cari, ma anche i “comuni mortali”, e, se è vero che politicamente ha sposato la causa di un partito volto a difendere i diritti dei più deboli, ritengo doveroso da parte sua, prima di mettere in atto quanto previsto dall’ordinanza, una pacata, attenta e seria riflessione, riunendo una apposita commissione per un riesame di quanto indicato in argomento.
Con stima. Criscuolo Vincenzo