Agricoltura. Aumento salariale, salta accordo: nel vibonese è stato d’agitazione
Agricoltura. Aumento salariale, salta accordo nel vibonese: è stato d’agitazione
Dopo diciotto mesi di trattativa per il rinnovo del Contratto di Lavoro degli operai agricoli e florovivaisti della provincia di Vibo Valentia, le rappresentanze sindacali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila-Uil, hanno interrotto ogni discussione.
Ad annunciarlo Bruno Costa, della Flai-Cgil Calabria, Battista Platì, Flai-Cgil Vibo Valentia, Michele Sapia, Fai-Cisl Calabria, Sebastiano Monaco, Fai-Cisl Vibo, Nino Merlino, Uila-Uil Calabria e Pasquale Barbalaco, Uila-Uil Vibo.
Il motivo – spiegano dai sindacati - è da ricercarsi “solo ed unicamente nella volontà unilaterale delle parti datoriali (Confagricoltura, Cia e Coldiretti) di negare i necessari aumenti contrattuali da applicare ai livelli più bassi, previsti dallo stesso contratto provinciale”.
Le Sigle ritengono ciò come un “atteggiamento privo di qualsiasi plausibile giustificazione, se non quella di non voler offrire il giusto riconoscimento salariale alle figure professionali al parametro più basso” e lo etichettano come “un irrigidimento incomprensibile” delle parti datoriali, “che in termini pratici – affermano - si traduce nel negare un aumento salariale pari quasi al costo di un caffè”.
Tutto ciò, proseguono, “senza considerare che proprio negli ultimi anni è cresciuta notevolmente l’attenzione del Governo verso il mondo agricolo, attraverso provvedimenti finalizzati alla valorizzazione dell’agricoltura italiana, che hanno permesso inoltre di ridurre i costi a carico delle aziende: abolizione dell’Irpef agricola, esenzione dei terreni agricoli dall’Imu, eliminazione dell’Irap, favorendo un risparmio dei costi che dovrebbero essere anche utili alla tutela dell’occupazione e del salario e non restare nelle sole disponibilità dell’imprenditore”.
Questo, inoltre, si aggiunge ad una significativa controtendenza di crescita del settore agricolo, rispetto invece ad altri settori produttivi che ancora faticano ad uscire dalla crisi generalizzata.
I sindacati quindi criticano quello “l’atteggiamento di chiusura” delle parti datoriali decidendo di interrompere ogni trattativa al tavolo contrattuale ed a proclamare lo stato di agitazione del settore della provincia vibonese.