Omicidio Duro, 16enne indagato non risponde al Pm
Il pubblico ministero ha chiesto nuovamente di poterlo sentire, ma per la seconda volta si e' avvalso della facolta' di non rispondere M. P., catanzarese di sedici anni, l'unico minorenne indagato - assieme a 5 maggiorenni - per concorso nell'omicidio di Nicola Duro, idraulico incensurato, di 26 anni, avvenuto a Catanzaro lo scorso 17 giugno, davanti un bar di viale Isonzo. Il sostituto procuratore presso il Tribunale per i minori, Rita Tartaglia, avrebbe voluto raccogliere oggi le dichiarazioni del giovane accusato il quale, tuttavia, affiancato dal suo legale Gioconda Soluri (sostituto di Gennaro Pierino Mellea), e' rimasto chiuso nel suo silenzio, proprio come fece il 6 luglio scorso, in occasione dell'interrogatorio di garanzia davanti al giudice del tribunale per i minorenni Teresa Chiodo. A questo punto si attende da un giorno all'altro la conclusione delle indagini nei confronti di M. P. - tuttora detenuto in custodia cautelare -, come anche per i maggiorenni coindagati, a carico dei quali lo scorso 15 ottobre, davanti al giudice per le indagini preliminari per gli adulti, si e' tenuto l'incidente probatorio che ha consentito di raccogliere con valore di prova le dichiarazioni accusatorie di due testimoni chiave del procedimento, un uomo presente sul luogo ed al momento del delitto, e la fidanzata della vittima. Secondo la pubblica accusa Duro e' stato ucciso per una vendetta trasversale, ideata da una famiglia rom di Catanzaro per lavare l'onta di una relazione extraconiugale della figlia, rimasta incinta di un minorenne con il quale avrebbe avuto una storia nonostante fosse sposata con un altro. I suoi parenti, sempre stando all'ipotesi degli inquirenti, avrebbero deciso di vendicarsi colpendo a morte il fidanzato di una zia del ragazzino padre del figlio illegittimo, anche lei incinta e prossima al matrimonio, e cioe' proprio Nicola Duro. Le sei persone indagate per il delitto sono state tutte raggiunte da un provvedimento di custodia cautelare eseguito dalla Polizia all'alba del 3 luglio scorso con l'operazione "Cross revenge". Si tratta di Donato Passalacqua, 41 anni, padre della ragazzina rom rimasta incinta dopo la relazione extraconiugale, ritenuto uno dei capi carismatici degli zingari di viale Isonzo, a Catanzaro, accusato di essere il mandante del delitto assieme a sua moglie Ornella Bevilacqua, 38 anni. Il loro figlio di 19 anni, Antonio Passalacqua, ritenuto l'esecutore materiale dell'omicidio; Samuele Pezzano, 21 anni, che secondo l'accusa avrebbe accompagnato con l'auto e poi atteso il killer sul luogo in cui Duro e' stato ucciso. Infine M. P., sedici anni, ed un suo parente maggiorenne, Domenico Romagnino, che avrebbero attirato la vittima sul luogo dell'agguato su precisa richiesta di Donato Passalacqua, che per questo li avrebbe ricompensati con 600 euro.