Omicidio Nicola Duro, in Appello confermate quattro delle cinque condanne

Catanzaro Cronaca

La Corte d'assise d'appello di Catanzaro ha confermato oggi quattro delle cinque condanne inflitte in primo grado agli imputati maggiorenni per l'omicidio di Nicola Duro, idraulico incensurato di 26 anni, ucciso a Catanzaro il 17 giugno 2010, davanti un bar di viale Isonzo, nella zona sud del capoluogo. I giudici (presidente Palma Talerico, consigliere Marco Petrini) hanno lievemente modificato solo la pena inflitta a Domenico Romagnino - che assieme al minorenne M. P., avrebbe attirato la vittima sul luogo dell'agguato per una ricompensa di 600 euro - che passa da sedici a quindici anni di reclusione.

Accogliendo le richieste del sostituto procuratore generale Eugenio Facciolla, la Corte ha invece confermato le tre condanne a trenta anni di reclusione per Donato Passalacqua, 42 anni, ritenuto uno dei capi carismatici degli zingari di viale Isonzo, a Catanzaro, accusato di essere il mandante dell'omicidio Duro; sua moglie Ornella Bevilacqua, 39 anni; il figlio della coppia, Antonio Passalacqua, di 20 anni, che avrebbe sparato a Duro come lui stesso ha ammesso in aula. Confermati anche i sedici anni di reclusione già inflitti a Samuele Pezzano, 22 anni, che secondo l'accusa avrebbe accompagnato con l'auto e poi atteso il killer sul luogo in cui Duro è stato ucciso. Confermate, infine, anche le statuizioni riguardanti le parti civili - la madre della vittima, le due sorelle, e la promessa moglie di Duro mamma del loro bambino -, rappresentate dall'avvocato Valerio Murgano, cui in primo grado, il 19 novembre del 2011, al termine dei giudizi abbreviati che sono valsi agli imputati lo sconto di pena di un terzo (evitando a tre di loro l'ergastolo), erano già stati concessi risarcimenti da liquidare in sede civile, con concessione intanto di provvisionali per 40.000 euro alla compagna di Duro, e 20.000 ciascuno alle altre donne.

Secondo la pubblica accusa, Nicola Duro è stato ucciso per una vendetta trasversale, ideata da una famiglia rom di Catanzaro, per lavare l'onta di una relazione extraconiugale della figlia, rimasta incinta di un minorenne con il quale avrebbe avuto una storia nonostante fosse sposata con un altro. I suoi parenti - cioè i familiari di Donato Passalacqua, padre della ragazzina rom rimasta incinta dopo la relazione extraconiugale -, sempre stando all'ipotesi degli inquirenti, avrebbero deciso di vendicarsi colpendo a morte il fidanzato di una zia del ragazzino padre del figlio illegittimo, anche lei incinta e prossima al matrimonio, e cioè proprio Nicola Duro. Per l'omicidio è stato imputato anche un minorenne, già giudicato e condannato a 12 anni di reclusione in primo grado il 9 febbraio 2011, poi ridotti a 10 anni in appello il 26 settembre 2011. (Agi)