Omicidio Duro, sorveglianza speciale per quattro imputati
La Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiesto al tribunale l'applicazione di misure di sorveglianza speciale per quattro dei cinque imputati maggiorenni condannati per l'omicidio pluriaggravato di Nicola Duro, idraulico incensurato di 26 anni, ucciso a Catanzaro il 17 giugno 2010, davanti un bar di viale Isonzo, nella zona sud del capoluogo.
Il sostituto procuratore Carlo Villani, in particolare, ha chiesto ai giudici che venga applicata la misura dell'obbligo di dimora nel comune di residenza per la durata di quattro anni nei confronti di Donato Passalacqua, 41 anni, ritenuto uno dei capi carismatici degli zingari di viale Isonzo, a Catanzaro, accusato di essere il mandante dell'omicidio Duro, ed il figlio appena maggiorenne di quest'ultimo, Antonio Passalacqua, che ha ammesso di essere l'esecutore dell'omicidio, entrambi condannati a 30 anni di reclusione il 19 novembre scorso al termine dei giudizi abbreviati - per loro è stato già presentato appello -. La misura, per la durata di tre anni, è stata chiesta anche per Samuele Pezzano, 21 anni, che secondo l'accusa avrebbe accompagnato con l'auto e poi atteso il killer sul luogo in cui Duro è stato ucciso, e Domenico Romagnino, che assieme al minorenne M. P., avrebbe attirato la vittima sul luogo dell'agguato su precisa richiesta di Donato Passalacqua per una ricompensa di 600 euro, entrambi già condannati a sedici anni di reclusione. I giudici del tribunale di sorveglianza si sono riservati di decidere. Gli imputati finirono in carcere nell'ambito dell'operazione "Cross revenge", scattata ad opera della Squadra mobile all'alba del 3 luglio per l'esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare emesso dal giudice per le indagini preliminari su richiesta del sostituto procuratore Simona Rossi.
Secondo la pubblica accusa Nicola Duro è stato ucciso per una vendetta trasversale, ideata da una famiglia rom di Catanzaro, per lavare l'onta di una relazione extraconiugale della figlia, rimasta incinta di un minorenne con il quale avrebbe avuto una storia nonostante fosse sposata con un altro. I suoi parenti - cioè i familiari di Donato Passalacqua, padre della ragazzina rom rimasta incinta dopo la relazione extraconiugale -, sempre stando all'ipotesi degli inquirenti, avrebbero deciso di vendicarsi colpendo a morte il fidanzato di una zia del ragazzino padre del figlio illegittimo, anche lei incinta e prossima al matrimonio, e cioè proprio Nicola Duro. Per l'omicidio e' stato imputato anche un minorenne, già giudicato e condannato a 12 anni di reclusione in primo grado il 9 febbraio 2011, poi ridotti a 10 anni in appello il 26 settembre scorso.