Processo al “branco” di Melito, Libera in aula: vicini alla ragazza e alla famiglia

Reggio Calabria Cronaca
Una veduta aerea di Melito Porto Salvo

Lunedì prossimo, 11 ottobre (alle 9), inizia presso la sezione penale del Tribunale di Reggio Calabria, il processo per una delle storie più terrificanti registrate nel nostro Paese e che ha visto come vittima di una violenza inaudita una minorenne.

Una vicenda che ha acceso i riflettori di tutti i media nazionali su Melito Porto Salvo e che vede imputati diversi soggetti accusati di avere esercitato una violenza di gruppo continuata verso una tredicenne.

L’associazione Libera si auspica che il processo stabilisca la verità dei fatti, individui le responsabilità e faccia giustizia nel rispetto del diritto alla difesa che va riconosciuto a tutti, secondo la Carta Costituzionale che prevede la presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva.

Il giorno dell’udienza, Libera sarà così presente con una sua rappresentanza per continuare a far sentire, anche in questa occasione, vicinanza e concreta solidarietà alla ragazza ed alla sua famiglia che ha pagato e sta pagando un prezzo pesante per i due anni di ripetuta violenza fisica e psicologica subita.

“Una presenza significativa di cittadini ed associazioni all’udienza – spiegano dall’associazione - sarebbe un importante segno di vicinanza verso questa giovane, che nel frattempo ha iniziato un percorso di rinascita e di riscatto sociale con l’aiuto di persone che l’hanno accolta e la stanno accompagnando in questo difficile cammino. Ma anche segno tangibile della stessa società civile che intende schierarsi dalla parte delle vittime e della giustizia”.

Una vicenda che, sempre secondo Liber, “non può essere dimenticata, innanzitutto dalla comunità di Melito dove è accaduta e dove accanto a tante reazioni di rigetto e condanna si sono registrati anche alcuni atteggiamenti di omertà e di indifferenza, ma è l’intera coscienza collettiva che deve continuare a interrogarsi su come tutto ciò è potuto accadere”. Un’occasione da non perdere, dunque, “per riflettere su quelle responsabilità ed omissioni che pur non avendo rilievo penale hanno consentito che questa terribile storia potesse accadere e soprattutto su cosa deve cambiare perché altre simili violenze non si ripetano”.

“Nessuno – ribadiscono dall’associazione - può sentirsi a posto con la propria coscienza se non si combatte contro la violenza che le donne continuano a subire quotidianamente. Giusto che Regione Calabria, Città Metropolitana e Comune di Melito si siano costituiti parte civile, un segno di attenzione istituzionale oltremodo doveroso che va però accompagnato da scelte di politiche e sociali di prevenzione e contrasto ad ogni tipo di violenza, in modo speciale ai minori ed alle donne”.