Leggere&Scrivere: si è concluso il dibattito sullo ‘ius soli’
A Leggere&Scrivere, nella terza giornata del festival, si continua a parlare del progetto di legge sullo ius soli, il diritto ad acquisire la cittadinanza per tutti quelli che nascono sul territorio italiano. Ne hanno discusso a palazzo Gagliardi, cuore della kermesse letteraria vibonese, il consigliere della Corte di Cassazione Giuseppe Cricenti, il professore ordinario dell’Università di Torino Alfio Mastropaolo e la giornalista Flavia Perina.
Il dibattito, moderato da Maurizio Bonanno, ha registrato un favorevole parere nei confronti della legge sullo ius soli, già approvata dalla Camera due anni fa e la cui discussione si è arenata al Senato.
Secondo il giudice Cricenti “la Costituzione italiana non è Stato-centrica. Attribuisce diritti alle persone e non al cittadino, lo ius soli temperato proposto prevede che possano ottenere la cittadinanza italiana i bambini stranieri nati in Italia che abbiano almeno un genitore in possesso del permesso di soggiorno permanente o del permesso di soggiorno europeo di lungo periodo. In ogni caso, per chiunque nasce e risiede in Italia legalmente e senza interruzioni fino a 18 anni, il termine per la richiesta della cittadinanza passerà da uno – secondo le norme attuali – a due anni dal compimento della maggiore età. È una buona legge”.
L’approvazione della legge sullo ius soli, secondo Perina, aumenterebbe i doveri per gli stranieri. Perina, ex deputata e tra le promotrici della prima proposta di legge (nel 2009) sul tema, ha sostenuto che non “è il momento per approvarlo perché per le grandi cose non c’è mai tempo”.
Mastropaolo, docente di Democrazia e partecipazione politica, si è soffermato invece sul tema dell’emigrazione che condiziona l’opinione pubblica su future politiche di accoglienza. “La differenza tra bianchi e neri – ha detto Mastropaolo – risale all'età moderna. I fenomeni migratori sono incontenibili in questo momento. Si parte per necessità a causa di guerre, povertà e carestia. L’unica risposta non sono di certo le ruspe e i cannoni ma l’integrazione. Lo ius soli è uno step, forse culminante, in un processo d’integrazione che parte dalle scuole. È un’opportunità di regolamentazione, il compito infatti delle classi dirigenti è governare questi processi e queste paure. Credo – ha aggiunto – che la Chiesa cattolica, con Francesco, possa svolgere una funzione molto importante”.