Viadotto Cannavino. Parla l’Anas: struttura datata, “difetti” che partono 50 anni fa

Cosenza Infrastrutture

Si torna nuovamente a parlare del viadotto Cannavino, rimasto chiuso per mesi in attesa che venissero eseguiti tutti i lavori necessari alla messa in sicurezza.

Questa volta, però, l’Anas ha voluto ripercorrere quanto fatto per ripristinare la viabilità di questa importante infrastruttura nella rete di collegamento tra la fascia ionica e quella tirrenica della Calabria.

L’azienda parte dalla fase costruttiva del ponte, ricordando come all’inizio degli anni ‘70, per la sua realizzazione sia stato impiegato un sistema strutturale con lunghe travi a sbalzo precompresse, piuttosto ardito per l’epoca, che comportava un importante impegno costruttivo e spesso grandi difficoltà realizzative.

Questi particolarità, sottolineano dall’Anas, come in altri casi ha comportato il manifestarsi fin da subito, o nel tempo, di cedimenti e avvallamenti in corrispondenza dei giunti principali, anche a causa del cosiddetto fluage, ovvero delle deformazioni viscose del calcestruzzo.

“Il viadotto, come tutte le vecchie opere stradali – puntualizzano dall’azienda - richiede nel tempo sia interventi di manutenzione straordinaria, per conservarne la funzionalità - come quello di prima fase appena ultimato - sia di miglioramento strutturale e sismico, per allungarne la vita - come nel caso, invece, della seconda fase che è in corso di progettazione”.

Interventi che l’Anas sostiene di aver descritto pubblicamente durante gli incontri istituzionali svoltisi presso la Prefettura di Cosenza, ed anche in un incontro pubblico aperto alla cittadinanza - a marzo scorso - nella sede della Comunità Montana locale.

L’Anas, a partire dal 2006 ha attivato il controllo del ponte con un sistema di monitoraggio (topografico, strumentale e interferometrico), necessario per verificare il comportamento dell’opera e intervenire in caso di movimenti o cedimenti anomali.

Il monitoraggio e le altre indagini eseguite nel tempo sul viadotto (tra cui le prove di carico e sui materiali, le verifiche sullo stato tensionale e di ossidazione dei cavi, precompressione ecc.) hanno consentito la raccolta di dati e informazioni, anche questi più volte condivisi pubblicamente e in riunioni di coordinamento con la Protezione Civile Regionale e l’Università di Cosenza.

Oggi, fanno poi sapere dalla società che gestisce la rete viaria, è inoltre in corso una campagna geognostica sul terreno di fondazione delle pile i cui risultati, appena disponibili, saranno anch’essi resi da subito pubblici come tutti gli altri.

Sull’analisi di tutti questi dati si sono basati i pareri tecnici espressi dai consulenti scientifici dell’Anas, nel corso del tempo fino ad oggi, sulla sicurezza strutturale dell’opera, “pareri tutti di esito positivo e – viene ribadito ancora - anch’essi sempre condivisi nel corso dei numerosi incontri sul tema tenuti presso la Prefettura e alla presenza di tutti i rappresentanti istituzionali convocati, compresa la Regione Calabria, quando presente”.

In questo intervento di prima fase, intanto, si è provveduto a ridurre gli avvallamenti esistenti con l’introduzione di due piastre ortotrope in acciaio in corrispondenza dei giunti principali e a modificare il profilo della pavimentazione, grazie all'impiego di uno speciale bitume impiegato per la prima volta in Calabria.

La formazione di piccole buche nei primi giorni di apertura, riparate immediatamente, è dovuta proprio alla particolarità del materiale impiegato, che Anas garantisce seguirà a tenere sotto controllo per garantire la massima qualità dell’intervento nel rispetto delle previsioni progettuali.

Nell'intervento di prima fase, a seguito di un imprevisto legato all’ossidazione dei cavi di precompressione già esistenti, si è verificato un rallentamento dei lavori e un prolungamento dei tempi di esecuzione, proprio per la necessità di svolgere tutte le attività di indagine e analisi necessarie ad accertare, come è poi avvenuto, l’assenza di problemi strutturali.

Per alleviare gli effetti della chiusura totale del viadotto, l’Anas ha investito circa 250 mila euro per migliorare le viabilità alternative e per riaprire al traffico la ex Statale 107, viabilità locale utile per ridurre i tempi di percorrenza e per alleggerire le sofferenza dei cittadini e delle attività commerciali interessate, “cercando sempre di contemperare, con massimo impegno e serietà – afferma l’azienda - le esigenze di sicurezza stradale con quelle della piena fruibilità di un’opera strategica per il territorio”.