Maxi controlli alla filiera della pesca. Scatta “Red Gold”: setacciati negozi, ristoranti e mezzi
Quaranta sanzioni amministrative, per un importo complessivo di 143mila euro e il sequestro di circa 826 kg di prodotti ittici; tre denunce penali di cui due per il cattivo stato di conservazione degli alimenti, con il sequestro di 257 chili pescato; nove i sequestri di vari attrezzi da pesca usati illegalmente violando così le norme di sicurezza della navigazione.
È questo il consistente bilancio delle attività di controllo denominate “Red Gold”, un’operazione messa in campo con l’obiettivo di tutelare gli stock ittici e combattere lo sfruttamento sostenibile delle risorse, il tutto a garanzia dei consumatori.
L’attività ha coinvolto tutti gli uffici periferici della Direzione Marittima di Reggio Calabria, coordinati dal Reparto Operativo - V Centro di Controllo Area Pesca - secondo le direttive impartite dal Direttore Marittimo della Calabria e della Lucania, il Capitano di Vascello Giancarlo Russo.
Così i controlli nella città dello Stretto hanno portato a elevare 14 verbali amministrativi per un ammontare di oltre 100 mila euro e al sequestro di più di 304 chili di prodotto ittico, a carico di pescatori sportivi per la detenzione di pesce sotto la taglia minima e per l’utilizzo e detenzione di attrezzi da pesca non consentiti con il conseguente sequestro amministrativo dei relativi attrezzi; ed esercizi commerciali per la mancanza di etichettatura e tracciabilità del venduto.
Sequestrati anche 232 chili di pesce spada sottomisura che dopo l’analisi eseguita dal medico veterinario dell’Area “b” dell’Asp locale è stato dichiarato idoneo al consumo e pertanto donato in beneficienza.
I controlli hanno riguardato l’intera filiera della pesca così da verificare il rispetto della normativa di settore. Particolare attenzione è stata posta al contrasto della pesca, alla detenzione e vendita di esemplari di tonno alalunga (Thunnus alalunga); alla pesca e vendita di prodotto ittico sottomisura, in particolare come il tonno rosso e il pesce spada; all’assenza totale o parziale delle informazioni obbligatorie per il consumatore e alla tracciabilità del prodotto; all utilizzo improprio delle reti a strascico; alla verifica delle condizioni igenico-sanitarie dei pescati commercializzati, oltre che degli automezzi utilizzati per il trasporto e dei locali commerciali dove i prodotti ittici sono venduti.