Sanità: il Sant’Anna Hospital premiato per volume e qualità delle prestazioni erogate
Per il secondo anno consecutivo “Doveecomemicuro.it”, il primo portale italiano di public reporting in ambito sanitario, colloca il S. Anna Hospital ai piani alti della classifica degli ospedali italiani più affidabili. Lo fa nell’ambito del rapporto che il sito dedica alle strutture pubbliche e a quelle accreditate presso il Servizio Sanitario Nazionale, con lo scopo di offrire ai cittadini gli strumenti per confrontare la qualità delle prestazioni erogate da ciascuna di esse e scegliere così quella in cui farsi curare. Sono due gli ambiti in cui il S. Anna occupa postazioni di rilievo: il by-pass aortocoronarico, in ambito cardiochirurgico e l’ictus, in ambito cerebro vascolare.
Per quanto riguarda il by-pass aortocoronarico, il Centro regionale di chirurgia cardiovascolare ha fatto registrare il più basso indice in assoluto di mortalità a 30 giorni (1,14%), mentre si è attestato al terzo posto per volume di interventi eseguiti (322). Secondo posto in classifica, invece, per l’ictus trattato come complicanza della chirurgia carotidea, con lo 0% di mortalità a 30 giorni. Nelle scorse settimane, “Doveecomemicuro.it” aveva già avuto modo di sottolineare l’affidabilità del S. Anna, inserendo l’ospedale nel gruppo delle strutture italiane (appena il 24% del totale) che rispettano lo standard dettato dai riferimenti istituzionali e che fissa in almeno 200 casi all’anno il numero di interventi di by-pass aortocoronarico, necessari per garantire la qualità del risultato e la sicurezza del paziente.
“I dati di “Doveecomemicuro.it” – ha commentato Daniele Maselli, direttore del Dipartimento di Chirurgia Cardiovascolare del S. Anna – sono perfettamente sovrapponibili a quelli che avevamo già elaborato autonomamente e resi pubblici a fine luglio con il nostro report di autovalutazione sull’attività chirurgica svolta nel 2016. Questo conferma il rigore dei nostri metodi di analisi ma, soprattutto, conferma quello che andiamo ripetendo da anni e cioè che i calabresi affetti da patologia cardiovascolare non hanno alcun motivo da farsi curare fuori dalla Calabria, perché in Calabria possono disporre di tutto ciò che serve loro e con risultati di assoluta eccellenza”.
Il direttore generale del S. Anna, Giuseppe Failla, dal canto suo ha aggiunto che “viene ribadito una volta di più il peso e il ruolo dell’ospedale all’interno del servizio sanitario regionale. Ed è proprio per questo che stentiamo a comprendere le scelte, anche recenti, della struttura commissariale che governa la sanità calabrese; scelte che continuano a penalizzarci, a dispetto del servizio che rendiamo alla comunità e ai livelli di qualità ai quali facciamo il nostro lavoro.
Viene da chiedersi – ha concluso Failla – in che modo e con quali metodi si pensi di arginare quella emigrazione sanitaria che costa ogni anno ai calabresi milioni e milioni di euro. Il dubbio è che si declamino solo buone intenzioni ma che in realtà si agisca nella direzione diametralmente opposta, visto che emigrano oltre 800 pazienti all’anno nell’area cardiochirurgica e il trend è in aumento. Ben vengano dunque nuove occasioni assistenziali, purché siano aggiuntive e non artificiosamente sostitutive rispetto a quelle esistenti”.