“Nel mercato comandiamo noi”: botte e minacce per cacciare l’ambulante
Lo scopo sarebbe stato quello di costringerlo ad interrompere la sua attività, la vendita di scarpe, nei mercati rionali di Largo Botteghelle e Piazza del Popolo a Reggio Calabria.
Per convincere l’ambulante non avrebbero esitato a usare le maniere forti, fatte di minacce ma anche degenerate in danneggiamenti e percosse alla vittima; il tutto avvenuto poi più di una volta.
Insomma - e secondo gli investigatori - si sarebbero presentati come gli unici detentori del potere di “concedere” la possibilità di operare nell’area mercatale ed in quattro occasioni avrebbero aggredito fisicamente il venditore minacciandolo di morte e danneggiando il suo bancone, arrivando perfino, in un’ultima occasione, a investire la bancarella della vittima con un furgone.
Questo è quanto ha ricostruito un’indagine, iniziata ad ottobre dell’anno scorso, condotta dai Carabinieri della Compagnia del capoluogo, supportati anche in fase esecutiva dallo Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” e sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia.
Stamani così sono scattate le manette ai polsi per tre persone, anch’esse degli ambulanti mercatali, che - su provvedimento del Gip del Tribunale - sono finite in carcere: si tratta di un reggino, il 25enne Gabriele Foti, e di due marocchini residenti nel capoluogo, Anouar Azzazi ed il padre Abderrazak, rispettivamente di 33 e 58 anni.
Gli inquirenti gli contestano i reati di estorsione, lesioni personali e illecita concorrenza con violenza e minacce, aggravati dalle modalità mafiose. I tre, al termine delle formalità, sono stati portati nella Casa Circondariale “Panzera-San Pietro”.