Copiò la tesi della giornalista crotonese, condannato ma il reato è prescritto
Nel marzo del 2011 il Tribunale Crotone aveva dichiarato colpevole Bruno Tassone per aver riprodotto integralmente nel suo libro dal titolo “Medicina popolare detti e modi di dire”, la tesi di laurea della giornalista crotonese Marzia Collia, condannandolo al risarcimento dei danni morali e materiali e al pagamento di una multa e delle spese processuali.
Dopo la sentenza in materia di plagio e diritto d’autore, Tassone aveva presentato ricorso in Appello ma il 24 novembre scorso i giudici di secondo grado di Catanzaro hanno depositato la sentenza riconfermando le statuizioni civili di primo grado e, dunque il pagamento di una multa, delle spese processuali e il risarcimento dei danni morali e materiali.
Ciononostante, essendo trascorso il relativo termine massimo è stata dichiarata la prescrizione del reato.
Nella sentenza emessa dalla Corte d’Appello si legge tra l’altro “…occorre rilevare come l’opera della Collia presenti chiaramente caratteri di originalità… non può revocarsi in dubbio che l’opera stessa, per come strutturata e assemblata costituisca nel suo complesso un elaborato ‘originale’, tale da beneficiare di tutela giuridica. Ciò posto – proseguono i magistrati - risulta per tabulas come l’imputato abbia riportato nel proprio libro la tesi della persona offesa di cui peraltro aveva avuto la disponibilità. Appare evidente quindi la sussistenza nel caso di specie del requisito dell’opera altrui idoneo a configurare il reato in contestazione; nonché la ricorrenza, altresì, dell’elemento psicologico, avendo il Tassone con coscienza e volontà trascritto la tesi di laurea della Collia riproducendola nel proprio libro.”