Gli interessi della ‘ndrangheta sugli appalti A3, 10 arresti a Palmi. IL VIDEO
Altro duro colpo inferto alla ‘ndrangheta reggina dalla Squadra mobile della città dello Stretto. Dieci provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti dalle prime ore del mattino nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti affiliati alla cosca Bruzzise di Palmi. Gli arresti sono stati richiesti dalla DDA di Reggio. Gli indagati, che dovranno rispondere di associazione mafiosa, sarebbero implicati in episodi di estorsione nell'ambito dei lavori di ammodernamento del locale tratto di autostrada Salerno-Reggio Calabria. Tra i destinatari dell'ordinanza anche esponenti di spicco dell'omonima famiglia. L'indagine ha preso il via negli anni scorsi facendo luce tra l'altro sulle pressioni delle cosche per la realizzazione dell'autostrada A/3 nel tratto compreso tra gli svincoli di Palmi e Bagnara Calabra. Gli "appetiti" per gli appalti dei lavori sull'autostrada avevano portato ad un riacutizzarsi dello scontro tra le cosche Gallico - Morgante - Sgrò - Scigliano da una parte e Bruzzise-Parrello dall'altra che in passato, negli anni '80 e '90, ha provocato decine e decine di morti. I lavori di ammodernamento del tratto della A3 che passa sul territorio di Palmi, infatti, costituivano una notevole fonte di reddito per le cosche della zona che, secondo l'accusa, imponevano una tangente del 3% alle imprese appaltatrici e la fornitura del calcestruzzo. Le due consorterie erano quindi tornate a scontrarsi per la suddivisione dei profitti illeciti. Nell'ordinanza di custodia cautelare eseguita oggi, viene richiamata integralmente quella eseguita nel giugno scorso con l'arresto di una cinquantina di affiliati ai due schieramenti. “Sono altri dieci arresti contro il racket e contro le infiltrazioni mafiose nel sistema produttivo ed economico della Calabria per la quale i lavori di ammodernamento della A3 sono una parte importante che riguarda tutta l'economia regionale". Lo ha detto il procuratore aggiunto della DDA di Reggio Calabria, Michele Prestipino, a margine della conferenza stampa sull'operazione "Cosa mia III". "Abbiamo ricostruito il percorso - ha sottolineato - che una maxi tangente, versata in favore delle cosche, ha effettuato arrivando fino a Palmi in particolare a Barritteri e avendo come destinatari le persone oggi colpite dal provvedimento cautelare. Abbiamo identificato coloro che si sono messi d'accordo sulla spartizione dei soldi sul lato mafioso e chi li ha percepiti. Dobbiamo ancora capire - ha concluso Prestipino - chi ha pagato e per questo motivo ci aspettiamo la collaborazione da parte degli imprenditori e delle loro associazioni". L'indagine ha, ancora una volta, provato il ruolo importante svolto dalle donne. Fortunata Bruzzise, Carmela Carbone e Vincenza Surace sono infatti ritenute responsabili del reato di associazione mafiosa. Hanno un ruolo ben definito, in pratica - ha spiegato il Dirigente del Commissariato di Palmi, Silipo - erano le ambasciatrici della cosca tra i mafiosi detenuti e gli altri affiliati.
Queste le dieci persone arrestate dalla polizia: Fortunata Bruzzise, di 22 anni; Carmela Carbone (49); Francesco Cutrì (53); Vincenza Surace (44); Rocco Salvatore Gaglioti (59); Carmine Gaglioti (43); Vincenzo Gioffré (28). Le persone già detenute alle quali sono state notificate le ordinanze di custodia cautelare sono Carmelo Bruzzise (52), Vincenzo Bruzzise (49) ed Antonio Bruzzise (43).