Operazione “Onorata Sanità”. Domenico Crea condannato a 11 anni
L'ex consigliere regionale della Calabria Domenico Crea è stato condannato ad 11 anni di reclusione dal Tribunale di Reggio Calabria a conclusione del processo denominato "onorata sanità", in cui l'esponente politico era implicato come titolare della struttura sanitaria "Villa Anja". I giudici della corte, presieduta da Iside Russo, hanno condannato a 3 anni e 3 mesi di reclusione il figlio di Crea, Antonio, ed a 9 mesi la moglie, Anna Familiari. Nove mesi di carcere sono stati inflitti ad Antonio Iacopino, mentre sono stati assolti Annunziata Crea, figlia dell'ex consigliere regionale, Paolo Attinà, Giuseppe Scorso e Mario Neri. la corte ha anche disposto la confisca dei beni gia's equestrati a Crea ed il risarcimento dei danni a beneficio dell'Asp di Reggio Calabria e della Regione, enti costituiti parte civile. Crea, durante la scorsa legislatura, era subentrato, come primo dei non eletti nella lista della Margherita, a Francesco Fortugno, il vice presidente del consiglio regionale assassinato in un agguato mafioso a Locri nell'ottobre 2005.
Per Crea, il pubblico ministero Mario Andrigo, che, insieme al collega Marco Colamonaci, ha rappresentato la pubblica accusa nel processo, aveva chiesto 16 anni di reclusione. Tra le contestazioni dell'accusa, anche il concorso esterno in associazione mafiosa, oltre ad una serie di irregolarità nella gestione della clinica di proprietà dell'uomo politico. Secondo gli inquirenti, l'ex consigliere regionale, infatti, avrebbe intrattenuto rapporti con esponenti della 'ndrangheta . Per il figlio di Mimmo Crea, Antonio, il pm Andrigo aveva invece richiesto undici anni di reclusione; due anni per Angela Familiari, moglie di Mimmo Crea (chiesta l'assoluzione per il reato associativo); un anno e quattro mesi per Annunziata Crea (per il reato di intestazione fittizia di beni); dieci anni e sei mesi per Antonino Roberto Iacopino; sette anni per Paolo Attinà; sei mesi per Giuseppe Scordo. Il pm aveva invece richiesto l'assoluzione per Mario Annibale Neri.