Reggio Calabria, confiscato il patrimonio di Domenico Crea

Reggio Calabria Cronaca
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Domenico Crea

Lo scorso 20 maggio, il Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione- su proposta della Procura Distrettuale, a seguito degli accertamenti svolti dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale, ha sottoposto Domenico Crea alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezze con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per 5 anni, disponendo la confisca:

- della clinica “Villa Anya”, in quanto il CREA attraverso l’indebito utilizzo del proprio status era riuscito a rimouvere gli ostacoli burocratici che si opponevano all’acquisizione delle autorizzazioni regionali per il funzionamenteo e l’accreditamento con il servizio sanitario nazionale dell’anzidetta struttura sanitaria;

- di tutto il patrimonio mobiliare ed imobiliare già sottoposto a sequestro d’urgenza nell’ambito del procedimento di prevenzione, in cui spicca la villa del CREA sita nei pressi di Villa Anya;

- delle disponibilità finanziarie, preventivamente sequestrate, per un ammontare di euro 150.000,00 circa.

Domenico Crea era stato tratto in arresto il 28 gennaio 2008 in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, disposta dal GIP presso il Tribunale su richiesta della Procura Distrettuale, nell’ambito dell’operazione denominata “ONORATA SANITÀ”, condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo.

Le accusa a carico del CREA erano gravi, concorso esterno in associazione mafiosa, in quanto risultato principale protagonista ed elemento cardine del sistema di controllo e gestione degli appalti e dei servizi pubblici, con particolare riferimento al settore della sanità pubblica, nonche’ destinatario delle preferenze elettorali ricevute nel corso di varie consultazioni elettorali, con particolare riferimento a quelle del maggio 2005 per il Consiglio Regionale della Calabria, veicolate attraverso i consensi raccolti a suo favore dagli esponenti delle varie cosche territoriali e per tale motivo incaricato, una volta eletto, di soddisfare le promesse fatte nel corso della campagna elettorale mediante la collocazione in ruoli verticistici, dirigenziali politico-amministrativi, oltre all’assunzione presso uffici ed enti pubblici e/o privati - tra cui in particolare la struttura sanitaria Villa Anya, a lui riconducibile - di soggetti appartenenti, contigui o comunque riconducibili al sodalizio criminale, e ancora di garantire gli interessi economici dell’associazione mediante la strumentalizzazione del ruolo istituzionale rivestito.

Successivamente, nel procedimento di prevenzione, il Tribunale, su richiesta della Procura, ha disposto il sequestro preventivo di urgenza di tutto il patrimonio mobiliare ed immobiliare del Crea e del suo nucleo familiare, comprensivo di una villa completa di piscina e campo da tennis, oltre alla struttura sanitaria privata, denominata “Villa Anya”.

La vicenda penale ha avuto un primo risultato lo scorso 27.12.2010, allorquando il Tribunale di Reggio Calabria ha condannato Domenico CREA ad 11 anni e tre mesi di reclusione per le accuse sopra citate.