Ragi Onlus nel vivo della Quaresima con la Corajisima e il Dementia Cafè
Doppio appuntamento giovedì mattina al Centro Diurno Spazio Al.Pa.De. di Catanzaro, gestito dalla Ra.Gi. Onlus.
In sintonia con il periodo pasquale, si è tenuto infatti un laboratorio di realizzazione della Corajisima, la bambola che compariva nelle case dopo il mercoledì delle ceneri, a simbolizzare la penitenza e l’austerità del periodo quaresimale.
L’iniziativa si è svolta in collaborazione con l’associazione catanzarese “CulturAttiva”, che lavora per la valorizzazione e la promozione della cultura locale ed ha visto come protagonista Andrea Bressi, giovane ricercatore di antiche tradizioni, che ha dapprima spiegato, con il supporto di un breve documentario, il ruolo e il significato della Corajisima in Calabria e poi ha condotto il laboratorio di realizzazione della curiosa bambola, durante il quale i pazienti hanno dato vita alla loro personale versione della Corajisima, basandosi su tradizioni e rituali legati ad un antico passato. Canti e filastrocche legate a questo antico rituale, che è appartenuto alla loro infanzia hanno accompagnato gli ospiti. A supportare Andrea Bressi è stata l’educatrice Giuliana Pizzuti.
Il pomeriggio è stato interamente dedicato alle famiglie, con lo svolgimento del Dementia Café di marzo dal titolo “La pace sia con te”. La tematica scelta, per l’incontro che si svolge ogni mese in forma gratuita, è stata appunto quella della pace, ossia il diritto alla serenità da vivere anche durante il difficile percorso della malattia e non da ritrovare solo dopo la morte. Un tema delicato e di fondamentale importanza, affrontato insieme ad Elena Sodano, ideatrice del metodo Teci e responsabile del Centro Diurno Ra.Gi. e alla psicologa Amanda Gigliotti.
Dal momento della diagnosi, quella delle persone affette da demenza diviene una vita “sotto vetro”: tutte le loro azioni avvengono sotto il controllo dei familiari e spesso sono accompagnate da rimproveri. La malattia, che li rende diversi da prima e toglie loro la consueta logicità dell’agire, diviene una gabbia che li sottopone a continue frustrazioni e disagi. I familiari vivono in preda all’ansia e allo sgomento, ritrovandosi accanto ad una persona che non riconoscono più e che porta il caos nella loro quotidiana esistenza.
Tutto questo non troverà soluzione grazie ad un farmaco miracoloso, perché per ora la ricerca non è riuscita a trovarne nessuno. Ma c’è una vita da vivere insieme, anche nonostante la patologia e la serenità giunge nel momento in cui si riesce a mettere da parte l’attaccamento agli schemi della vita quotidiana smettendo di avere l’ossessione per il controllo della vita del loro congiunto e lo lasciano libero di esprimersi, un atteggiamento grazie al quale entrambi hanno ritrovato momenti di serenità.