Sfruttato, chiede la paga dopo 14 ore nei campi: datore lo colpisce con un badile

Cosenza Cronaca

Approfittando dello stato di bisogno avrebbe sfruttato quotidianamente tre uomini facendoli lavorare per 14 ore, 7 giorni su 7, dalle 5 del mattino alle 7 di sera, con una sola pausa verso le 13 per consumare un frugale pasto ed adagiati a terra.

Le presunte vittime, tre giovani - due cittadini afghani col permesso di soggiorno per motivi umanitari, e un rumeno, tutti in stato di indigenza, avrebbero dunque subito per ben otto messi le angherie e le minacce del loro “datore di lavoro”, un 52enne di Acri, titolare di un’azienda edile.

Le indagini sono state avviate dopo un’aggressione subita da uno dei due afghani, un 23enne che, nel pomeriggio del 6 gennaio scorso, si è recato a casa del suo datore di lavoro per chiedergli la paga.

L’uomo, non tollerando la sfrontatezza del giovane nell’avanzare la richiesta, gli avrebbe risposto ricoprendolo di insulti, minacce e, data la sua insistenza, lo avrebbe poi aggredito con un badile, colpendolo alla testa e lasciandolo esanime in una pozza di sangue.

L’intervento dei Carabinieri di Acri ha permesso di salvare la vita al giovane che, a causa del grave trauma cranico subito, è stato sottoposto a delle cure intensive prima nell’Ospedale cittadino e poi in quello di Castrovillari.

Gli accertamenti dei militari, coordinati dalla Procura della Repubblica di Cosenza, avrebbero quindi portato alla luce la grave situazione che ormai durava da mesi.

Secondo quanto ricostruito, il 52enne, titolare di un’impresa individuale, dal mese di maggio dell’anno scorso, avrebbe sfruttato in “nero” i tre giovani impiegandoli, con orari massacranti e senza giorni di riposo, in lavori edili, nella coltivazione dei campi e nella custodia di animali, il tutto nella più totale assenza di indumenti di lavoro adatti ed apparecchiature mediche in caso di infortunio.

Per questi fatti il gip del Tribunale di Cosenza ha disposto nei confronti del 52enne la misura cautelare degli arresti domiciliari per i reati di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” e “lesioni personali aggravate”.