Vecchietti truffati, risparmi svuotati: un giro di milioni con complici i direttori delle Poste

Reggio Calabria Cronaca

Tutto parte nel febbraio del 2014 quando un 80enne che viveva da solo nelle campagne di Samo, nel reggino, fu circuito da due persone che gli portarono via oltre che denaro e gioielli, anche dei titoli postali per un valore totale di ben mezzo milione di euro.

Sul furto all’anziano iniziarono ad indagare allora i carabinieri di Villa San Giovanni, che arrivarono alla conclusione che la vittima fosse stata raggirata da una madre ed un figlio, Filomena Carmela Bentivoglio, di 78 anni, e Antonio Raschellà, di 58.

La refurtiva, soprattutto i buoni fruttiferi postali (del valore di altri 400 mila euro) e un libretto postale contenente invece 51 mila euro, e tutti intestati all’80enne, sarebbero stati poi affidati per essere riciclati a Andrea Commisso e Corrado Femia.

Quest’ultimi, a loro volta, si sarebbero rivolti ad un dipendente di un ufficio postale di Reggio Calabria, Antonio Francesco Felicetti, che in cambio del 20% si sarebbe resto disponibile ad effettuare illecitamente svariate operazioni di sportello, così da consentire il riciclaggio dei titoli necessario per poi incassare il controvalore in denaro.

Insomma, da questo episodio e dai relativi sviluppi, gli investigatori sono arrivati a ritenere che esistessero in provincia due distinte organizzazioni criminali, capaci di sviluppare e sostenere quello che hanno definito come “un poderoso meccanismo” che glia avrebbe permesso di riciclare denaro illecito per decine di milioni di euro.

Stamani, dunque, il blitz: nel corso dell’operazione “Mosaico”, i militari hanno infatti arrestato una trentina di persone (LEGGI).

I DUE GRUPPI E I TITOLI “MACCHIATI” E “RIPULITI”

In 14 sono accusati del reato associativo, essendo ritenuti partecipi dei due gruppi. La tesi è che il primo fosse composto da otto soggetti (Domenico Commisso, Andrea Commisso, Corrado Femia, Francesco Cincinnato, Carmela Filomena Bentivoglio, Antonio Raschellà, Teodoro Rocco Raschillà e Domenico Favasuli) ed il secondo da altri sei (Bruno Gerardo Siciliano, Francesco Oppedisano, Paolo Mollica, Angela Favasuli, Caterina Parisi e Paola Parisi).

Dalle indagini sarebbe emerso il modo in cui operavano – in maniera assolutamente sovrapponibile – le due associazioni, autonome e organizzate per appropriarsi di buoni fruttiferi postali, libretti postali e carte libretto da persone anziane o comunque invalide e residenti per lo più nella fascia jonica reggina oppure all’estero, per poi “ripulire” i titoli, “macchiati” poiché rubati, incassandone il controvalore.

Gli inquirenti hanno ricollegato un vero e proprio puzzle, incastrando con dovizia di particolari le fasi ideative ed esecutive dei reati, che emergerebbero dal tenore (chiaro) dei dialoghi intercettati, così come dalle dichiarazioni delle vittime.

LA “SPREGIUDICATEZZA” DEI DIPENDENTI POSTALI

Il tutto avrebbe portato ad elaborare una spaccato definito “inquietante” quando alla spregiudicatezza dei due gruppi: da una lato, infatti, sono stati ricostruiti i passaggi con i quali le vittime venivano avvicinate, conquistandone la fiducia fino al punto di ottenere, con una banale scusa, i loro documenti d’identità; e dall’altro sono rappresentate le fasi in cui le stesse vittime sarebbero state allontanate dalle loro abitazioni mentre gli associati si appropriano di contanti, preziosi, libretti e tutto il reto.

Un meccanismo che sempre secondo gli investigatori ha trovato il suo indispensabile fulcro nel concorso di alcuni dipendenti infedeli di Poste Italiane; parliamo di direttori di uffici postali o operatori di sportello, che - accedendo al sistema informatico dell’azienda – avrebbero attestato falsamente, con “impressionante spregiudicatezza e senza alcuna remora”, viene ribadito, la presenza del titolare e la paternità delle operazioni illecite (falsificando la firma e attribuendogli un diverso documento di riconoscimento), così da portare all’incasso i buoni fruttiferi o per sottrarre le somme di denaro sui libretti e sulle carte, in parte prelevate in contanti, in parte utilizzate per l’emissione di altri buoni fruttiferi e vaglia postali; o ancora trasferite su conti correnti, libretti e carte postepay nella disponibilità dei malviventi, e spesso intestate a terzi soggetti che ne risultavano totalmente all’oscuro.

IL RICICLAGGIO DEI TITOLI DI PERSONE MORTE

In numerosi altri casi, inoltre, non si sarebbe assistito ad operazioni di riciclaggio di titoli rubati, ma gli stessi operatori degli uffici postali avrebbero tramesso ai presunti complici i dati riferiti a buoni fruttiferi esistenti e nella disponibilità dei legittimi intestatari, spesso anziani o persone decedute e residenti in regioni diverse dalla Calabria.

Un modo questo per consentire ai complici di “replicarli” - talvolta anche in modo grossolano - e porli all’incasso sempre con l’aiuto di operatori di sportello conniventi.

In questo senso, l’indagine avrebbe anche e compiutamente ricostruito i singoli trasferimenti del denaro, attraverso delle meticolose analisi delle tracce lasciate dagli operatori infedeli nelle operazioni di cambio dei titoli o di prelievo delle somme sui libretti di deposito.

Questa ricostruzione è stata resa ancor più difficile sia dai mirati processi di manipolazione e segmentazione programmati e messi in atto per mimetizzare le operazioni e ostacolarne l’individuazione della provenienza illecita dei valori, sia dalle successive decurtazioni, anche ben individuate nel quindici o venti per cento, necessarie per pagare il funzionario infedele.

Al termine di tutti i riscontri i Carabinieri di Villa San Giovanni hanno documentato complessivamente oltre tremila operazioni illecite ai danni di 45 persone, nel corso delle quali sono stati riciclati 157 titoli rubati e 38 titoli contraffatti.

IL DIRETTORE DELLE POSTE A CAPO DELL’AORGANIZZAZIONE

Gli inquirenti ritengono che a capo della prima organizzazione vi fosse uno degli arrestati, Domenico Commisso; mentre per la seconda, al vertice vi sarebbe stato il direttore degli uffici postali di Platì e Ciminà, Bruno Gerardo Siciliano.

In riferimento al gruppo di Commisso, viene evidenziato come di assoluto rilievo” la presunta disponibilità di Anna Maria Napoli, direttore dell’ufficio postale di Africo, ritenuta responsabile di aver fraudolentemente ed indebitamente incassato denaro per oltre 600 mila euro e derivante dall’illecito scambio-rimborso di almeno 177 buoni fruttiferi postali trafugati o contraffatti.

I riscontri documentali dimostrerebbero poi come il solo Siciliano, nell’esercizio delle sue funzioni, abbia fatto incassare illecitamente buoni fruttiferi per oltre 464 mila euro.

Sia Siciliano che Napoli, a cui si contesta di aver riciclato titoli per un valore complessivo di oltre un milione di euro, non esercitano più le funzioni, in quanto licenziati dall’azienda.

I NIPOTI DEL BOSS E I FUNZIONARI INFEDELI

Inoltre, viene evidenziato dagli investigatori innanzitutto che Domenico Commisso e un altro arrestato, Andrea Commisso, siano i nipoti Giuseppe, detto “u mastru”, capo indiscusso dell’omonima cosca di Siderno. Inoltre è stato spiegato che Caterina Camillò esercita le sue funzioni di direttore dell’ufficio postale di San Gregorio d’Ippona (nel vibonese); Nadia Paola Calderone, da poco in pensione, è stata impiegata nell’ufficio di Marina di Gioiosa Jonica (nel reggino); e Antonio Felicetti, fino ad oggi, risulta impiegato nell’ufficio postale di Reggio Calabria.

Nel corso dell’operazione, infine, i militari hanno anche sequestrato due conti corrente, otto libretti postali e undici carte PostePay che sarebbero stati utilizzati dai destinatari del provvedimento per riciclare i proventi delle operazioni illecite.

L’indagine è stata coordinata dalla Procura del capoluogo. Le misure sono state eseguite dai carabinieri del Comando Provinciale Carabinieri, insieme ai colleghi di Roma, Napoli, Torino, Como e Vibo Valentia.

Ai 29 indagati vengono contestati a vario titolo i reati di associazione per delinquere finalizzata al furto, furto in abitazione, ricettazione e riciclaggio, nonché peculato, simulazione di reato, calunnia, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità materiale commessa dal privato, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, indebito utilizzo di carte di credito o di pagamento.

GLI ARRESTATI, IN CARCERE

  1. Domenico Commisso, nato a Locri il 27.5.1970, residente a Reggio Calabria, Archi;
  2. Andrea Commisso, nato a Locri il 19.10.1974, residente a Siderno;
  3. Corrado Femia, nato a Locri il 04.06.1974, residente a Gioiosa Jonica;
  4. Antonino Francesco Felicetti, Reggio Calabria il 3.5.1961;
  5. Antonio Raschellà, nato a Sant’Agata del Bianco il 14.6.1960, residente a Bianco;
  6. Anna Maria Napoli, nata a Bovalino il 12.3.1960;
  7. Bruno Gerardo Siciliano, nato a Locri (RC) l’11.9.1955, residente a Gerace (RC;
  8. Francesco Oppedisano, nato a Locri il 17.1.1981, residente a Siderno;
  9. Paolo Mollica, nato a Locri l’8.10.1977, residente a Siderno;
  10. Nadia Paola Calderone, nata a Marina di Gioiosa il 21.10.1959;
  11. Francesco Cincinnato, nato a Marina di Gioiosa il 20.9.1963.


GLI ARRESTATI, AI DOMICILIARI

  1. Carmela Filomena Bentivoglio, nata a Samo il 22.12.1940, residente a Bianco;
  2. Marco Fasano, nato a Vietri Sul Mare (SA) il 6.12.1970, residente a Torino;
  3. Giovanni Marroni, nato a Torino il 12.4.1962, residente a Trofarello (TO);
  4. Giuseppe De Santis, nato a Patrica (FR) il 16.4.1942, residente a Ciampino (RM);
  5. Esterina Sturma, nata a Torino il 17.1.1955, residente a Sangano;
  6. Marilena Prescura, nata a Focsani (Romania) il 18.2.1981, residente a Aprilia (RM);
  7. Maria Cattaneo, nata a Desio il 3.12.1945, residente a Inverigo (CO);
  8. Cosmin Claudiu Porcutan, nato in Romania il 20.12.1985, residente a Chieri (TO);
  9. Angela Favasuli, nata a Locri il 30.07.1979, residente a Siderno;
  10. Caterina Parisi, nata a Reggio Calabria il 31.8.1988, residente a Bovalino;
  11. Paola Parisi, nata a Reggio Calabria il 13.11.1983, residente a Delianuova;
  12. Bianca Romeo, nata a Rosarno il 12.2.1956, residente a Bovalino Marina;
  13. Pietro Surace, nato a Melito P.S. il 26.3.1975 e residente a Brancaleone;
  14. Vincenzo Auriemma, nato a Pomigliano d’Arco il 19.4.1973 e residente a Somma Vesuviana (NA;
  15. Lucia Leale, nata a Napoli il 4.2.1973 e residente a Somma Vesuviana (NA;
  16. Luigi Sansò, nato a San Giorgio a Cremano il 9.3.1961;
  17. Pietro Luino, nato a Napoli il 30.12.1974 e residente a Casalnuovo di Napoli;
  18. Caterina Camillò, nato a Vibo Valentia l’8.5.1966.