Omicidio tabaccaio ad Asti, 5 fermi. Anche tre calabresi

Vibo Valentia Cronaca

Arriva dopo tre anni e mezzo la svolta nel caso dell’omicidio di Manuel Bacco, proprietario di una rivendita di tabacchi in corso Alba, ad Asti, che perse la vita durante un tentativo di rapina il 19 dicembre del 2014.

Una complessa attività d’indagine dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale atigiano, con la collaborazione dei militari di Vibo Valentia e Tropea, coordinata dal Sostituto Procuratore Laura Deodato, ha avuto la sua conclusione nelle prime ore della giornata di oggi, con l’esecuzione di cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei presunti componenti della banda criminale responsabile della tentata rapina.

Le accuse a loro carico sono di omicidio, tentato omicidio, rapina pluriaggravata, detenzione e porto illegale di armi.

Tra gli arrestati – tra cui anche calabresi - l’imprenditore Antonio Guastalegname e il figlio Domenico, originari della provincia di Vibo Valentia e da anni trapiantati a Castello di Annone, nell’Astigiano; e Antonio Piccolo, 27 anni, residente a Nicotera.

Secondo gli inquirenti il presunto organizzatore del colpo sarebbe stato proprio Antonio Guastalegname che avrebbe pianificato la rapina reclutando il figlio Domenico, di 25 anni, l’altro vibonese Antonio Piccolo e, ancora, gli astigiani Fabio Fernicola e Jacopo Chiesi, pizzaiolo che all’epoca dei fatti aveva solo 21 anni. Per gli investigatori a sparare e a uccidere Bacco sarebbe stato proprio quest’ultimo.

IL PRIMO OBIETTIVO DI UNA LUNGA SERIE

La tesi è che la rapina al tabaccaio doveva essere la prima di una lunga serie, ma nel 2014 qualcosa andò storto, quando cioè la moglie della vittima fu strattonata dai banditi.

Un gesto causò la reazione del commerciante, ucciso poco dopo dai colpi di pistola esplosi dai rapinatori per impedirgli di reagire.

Il delitto, che sconvolse l'intera Asti, portò alla proclamazione del lutto cittadino in occasione dei funerali di Manuel Bacco.

La sera del 19 dicembre i quattro sarebbero arrivati davanti alla tabaccheria a bordo di due auto, una Panda e una 500 prese a nolo, come dimostrerebbero anche le immagini del circuito di sicurezza di un distributore di benzina nei pressi della rivendita.

LA REAZIONE DELLA VITTIMA

La ricostruzioni degli inquirenti è che Domenico Guastalegname e Fabio Fernicola siano rimasti in auto perché, abitando in zona ed avendo frequentato il negozio, avrebbero potuto rischiare di essere riconosciuti.

All’interno della tabaccheria entrarono invece Piccolo e Chiesi, entrambi con i volti coperti da cappucci e passamontagna.

Cinzia, la moglie di Manuel, alla vista dei malviventi abbozzò una reazione e a quel punto uno, Chiesi, avrebbe esploso due colpi di pistola a scopo intimidatorio che fecero reagire la vittima.

Manuel si scagliò a difesa della moglie, cercando di bloccare i rapinatori che invece aprirono di nuovo il fuoco. L’uomo con la pistola sparò nuovamente altri due colpi che raggiunsero il tabaccaio in pieno petto, uccidendolo sul colpo. Poi la fuga a bordo delle due vetture noleggiate in città e restituite la mattina dopo.

INCASTRATO DAL DNA SUL PASSAMONTAGNA

Sarebbe stato il Dna a incastrare il presunto autore dell'omicidio di Bacco. I carabinieri sono riusciti a isolarlo grazie alle tracce lasciate dall'uomo sul passamontagna indossato.

Si tratta di un 24enne residente nell'Astigiano e incensurato. Attraverso le telecamere di videosorveglianza della zona e del tabaccaio, gli investigatori dell'Arma sono poi risaliti ai suoi presunti complici.

(ultimo aggiornamento 14:09)